Sull’affaire via Quarto il Comune di Latina ha incassato l’ennesima bocciatura. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dalla Costruzioni Generali srl di Massimo Riccardo e ha annullato l’ordinanza di demolizione emessa per le opere realizzate nel cantiere al centro di inchieste e polemiche, il provvedimento con cui nel 2015 l’ente di piazza del Popolo aveva respinto la richiesta di variante al progetto presentata dalla società costruttrice e quello preso lo scorso anno dal commissario straordinario Giacomo Barbato, che aveva tenuto fuori il Comune dalla pianificazione in quella zona, ovvero dal progetto unitario con Riccardo che avrebbe portato nel patrimonio pubblico due unità immobiliari e due garage.
La Costruzioni Generali, sostenendo di essere proprietaria di un’area di 1.668 metri quadrati nella zona di via Quarto e cedendo parte di quel terreno al Comune per destinarlo a viabilità e verde pubblico, nel 2014 aveva siglato una convenzione con l’ente pubblico e ottenuto 3.250 metri cubi di volumetria residenziale. Iniziati i lavori, ben presto si levarono le proteste dei residenti, poi riuniti nel comitato “Il gigante buono”, quello in ricordo dell’albero abbattuto su quel lotto. Venne così fuori che parte del terreno ceduto al Comune dalla società di Riccardo era in realtà già di proprietà dell’ente, avendolo espropriato nel 1981. Una vicenda finita poi nell’inchiesta «Olimpia», per cui era stato anche arrestato il costruttore e per cui a carico dello stesso il Riesame, pur non ravvisando esigenze cautelari, ha ritenuto sussistere i gravi indizi. Il Comune aveva quindi annullato il permesso a costruire, ordinato la sospensione dei lavori e poi la demolizione delle opere già eseguite. Secondo la Costruzioni Generali, però, a cui il cantiere tra l’altro è stato sequestrato l’estate scorsa dai vigili urbani, l’ordine di demolizione era viziato, in quanto emesso mentre era ancora in corso il procedimento per cercare di rivedere il progetto. L’azienda aveva presentato infatti una variante, riducendo la cubatura, e dopo che le era stato contestato di non aver presentato un progetto unitario insieme all’altro proprietario del lotto, ovvero il Comune, rivisto in tal senso l’elaborato, prevedendo la cessione di alcuni immobili all’ente locale. La società di Riccardo ha inoltre sostenuto che il provvedimento con cui era stata bocciata la variante era ugualmente sbagliato e così quello del commissario Barbato. Il Tar di Latina, specificando che le norme urbanistiche prevedono un atteggiamento collaborativo da parte della pubblica amministrazione per emendare eventuali vizi dai titoli rilasciati, ha ora accolto il ricorso della Costruzioni Generali e annullato gli atti impugnati, condannando anche il Comune a pagare quattromila euro di spese. I giudici amministrativi tra l’altro avevano già annullato anche il provvedimento che aveva respinto l’ultima revisione del progetto presentata dalla società costruttrice, una sentenza su cui è ora attesa la pronuncia del Consiglio di Stato, a cui l’ente locale ha fatto appello. Una palazzina che rappresenta sempre più un caso.