ARRIVA ACEA… INFORMALMENTE
Dopo vari rinvii e gravi ritardi, con i tradizionali aumenti di spesa (il cartello del cantiere riportava un costo previsto di 16 milioni e 110mila euro, circa sei in meno dei quanto riportato in un secondo momento…), il collaudo dell’attesa opera pubblica si è concluso il 9 novembre. Il 17 dicembre 2015 Regione Lazio, Comuni utenti ed Acea Ato2 Spa firmarono un accordo per affidare l’impianto alla Spa stessa. Quasi un anno dopo, la gestione del depuratore è stata concretamente consegnata nelle mani di Acea il 1° dicembre scorso.
Si è trattato però solo di una «assegnazione informale», così ci è stato riferito da Acea. Per l’assegnazione formale e definitiva bisognerà aspettare ancora qualche mese visto che la società ha chiesto di poter svolgere un ulteriore periodo di prova e di analisi che durerà ancora qualche mese per verificare il corretto funzionamento dell’impianto.
Tra fine gennaio e inizio febbraio, è atteso un nuovo e decisivo controllo di Arpa Lazio per verificare l’andamento della qualità della depurazione delle acque fognarie. Mentre scriviamo, è in corso la piantumazione di una lunga fila di alberi, ma presto dovrà essere realizzata anche una paratia in plexiglas, una plastica molto resistente, per minimizzare i cattivi odori ed i rumori prodotti dall’impianto che infastidiscono i residenti. È quanto ci hanno detto i sindaci di Ardea, Luca Di Fiori, e di Lanuvio, Luigi Galieti, e il vicesindaco di Albano, Maurizio Sementilli.
PERCHÉ NON FANNO NUOVI ALLACCI?
Oltre all’incognita igienico-sanitaria ed ambientale sulla qualità delle acque riversate in mare dal nuovo depuratore, vi è un altro ordine di problemi che incombe sull’avvio decisamente tardivo dell’impianto: «Ma se il nuovo depuratore è stato assegnato all’Acea ed è ora in funzione – sottolinea l’ex sindaco di Genzano, Flavio Gabbarini oggi consigliere di opposizione – allora perché i Comuni utenti, tra cui Genzano, mantengono ancora bloccata l’attivazione delle nuove utenze idriche e dei nuovi allacci in fogna? Si tratta – aggiunge – di un problema che grava da troppo tempo sui cittadini, sui commercianti e sulle piccole e medie imprese che l’Acea è chiamata a risolvere quanto prima».
A marzo 2016, l’ingegner Massimiliano Proietti, responsabile per conto della Regione Lazio dell’avvio del nuovo depuratore, aveva dichiarato a il Caffè che la fase di messa in prova e di collaudo dell’impianto si sarebbe conclusa “prima dell’inizio della stagione balneare e dell’estate”, quindi entro il 30 aprile 2016, visto che la normativa prevede che tale stagione parta dal 1° maggio di ogni anno.
NIENTE FOGNE E ACQUEDOTTO?
«Oltre alla questione della qualità delle acque che finiscono in mare creando problemi di ordine igienico sanitario e ambientale e danni inqualificabili al settore turistico locale – lamenta il primo cittadino rutulo, Luca Di Fiori – c’è poi anche quella dell’acquedotto e delle fogne che ancora mancano nei quartieri di Ardea Montagnano, Montagnanello e Villaggio Ardeatino, situati a ridosso dall’impianto. La costruzione di queste opere pubbliche – rincara il primo cittadino – era prevista come forma di compensazione per il nostro territorio che dovrà convivere per i prossimi decenni con l’impianto industriale. Lo prevede un vecchio accordo di programma, ancora mai onorato, sottoscritto nel 2007 dall’ex sindaco di Ardea, Carlo Eufemi, e dall’allora assessore regionale all’ambiente, Filiberto Zaratti». La somma promessa era di circa 10 milioni di euro, poi ridotti a circa la metà.
«La Regione Lazio non ha però ancora sbloccato i fondi necessari per avviare almeno la costruzione delle fogne, per un importo di circa 1,4 milioni di euro. Per quanto riguarda l’acquedotto, la vicenda si potrebbe risolvere attingendo acqua dai pozzi della Pescarella, in zona Valle Caia, che sono in corso di riattivazione, e che hanno una portata di circa 250 litri al secondo. Non escludo, grazie al sostegno della Regione Lazio, che tali pozzi, depurati dall’arsenico, possano essere utilizzati per portare il prezioso oro blu nelle zone ancora sprovviste di acquedotto».
In realtà, secondo quanto ci dice la Regione Lazio, al Comune guidato da Di Fiori sono stati assegnati oltre 3,2 milioni di euro senza che però siano stati avviati i lavori dal Comune (vedi articolo in basso). E il giallo continua.