Il Museo Diocesano di Albano (MuDi), seppure di recentissima apertura al pubblico, ha avuto il piacere di essere stato invitato ad entrare nel team internazionale del progetto In-NovaMusEUm. Una équipe di elevato profilo, costituita dagli operatori museali di 5 nazioni europee: Svezia, Italia, Portogallo, Albania e Grecia. In-NovaMusEUm è un progetto europeo pensato per ampliare la visibilità e la capacità di attrarre un pubblico sempre più vasto e variegato di tutti quei musei europei ubicati in zone periferiche o lontane dai principali poli di attrazione turistica. Per la realizzazione del progetto sono previste una serie di attività finalizzate al coinvolgimento delle realtà interessate attraverso eventi culturali dedicati all’Art&Food. Il patrimonio artistico del territorio e l’enogastronomia della tradizione locale diventano in questo modo veicolo di conoscenza, di bellezza e di sviluppo economico. ” In questa ottica, dice il direttore del Museo Roberto Libera, il MuDi di Albano affiancherà le altre realtà europee già operative: il Castello Skoklostersslott (Svezia), il Museo Theodoros Papagiannis (Grecia), Palazzo Chigi di Ariccia (Italia), il Museu Bordalo Piñheiro (Portogallo), il Museo Kilkis (Grecia), il Museo nazionale George Castriota Skanderbeg (Kruja, Albania), il Muzeu Arkeologjik (Durazzo, Albania). Punti di forza dell’attuazione delle diverse fasi progettuali sono: la formazione dei direttori dei musei e dei curatori artistici nel campo delle tecnologie digitali e dei social network, per la valorizzazione e la promozione delle opere d’arte appartenenti alle collezioni museali; il coinvolgimento delle comunità locali e degli operatori culturali attraverso la realizzazione di eventi locali, workshop e mostre legate all’Art&Food. Connubio, quest’ultimo molto significativo proprio perché riti e simboli, dall’antichità fino ai nostri giorni, hanno visto protagonisti il cibo e le arti come costante culturale di ogni civiltà; inoltre, arte e cibo rappresentano un forte veicolo di identità comunitaria perché costituiscono, insieme alle bellezze naturali, il patrimonio dell’umanità. In questo modo il progetto In-NovaMusEUm mira a costruire un percorso virtuoso, attraverso le conoscenze delle tecnologie digitali e le buone pratiche, che possa condurre un museo periferico ad essere polo di attrazione e promotore di attività volte a rafforzare la rete locale degli operatori della cultura, dell’enogastronomia e dell’economia. In una delicata fase di adeguamento e di cambiamento nell’ambito della gestione e della valorizzazione dei beni culturali italiani, la presenza di un museo diocesano all’interno del progetto In-NovaMusEUm rappresenta un’interessante novità. «Si tratta, continua Roberto Libera, di una opportunità inaspettata, e di questo ringrazio il coordinamento e i partner del progetto; ma è anche il segno del riconoscimento di una presenza sul territorio cresciuta svolgendo un’opera seria e costante, che ha voluto privilegiare un linguaggio comprensibile e azioni concrete. Risultati così prestigiosi sono sempre il risultato diversi fattori, come la visione lungimirante del nostro vescovo Marcello Semeraro, l’impegno di quanti collaborano con il museo diocesano e il nuovo corso dell’AMEI, l’associazione nazionale dei musei ecclesiastici». Il Museo Diocesano di Albano, nell’ambito delle iniziative promosse da In-NovaMusEUm, ha organizzato un incontro, che si è tenuto mercoledì 25 gennaio alle ore 16:00, presso la Sala delle Vedute di Palazzo Lercari, volto ad illustrare le specificità del progetto e per dar vita ad un confronto propositivo sulle azioni da realizzare nel territorio, al fine di coinvolgere le comunità locali della Diocesi Suburbicaria di Albano e i potenziali turisti nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico e delle tradizioni enogastronomiche del proprio territorio. Vi hanno partecipato numerosi rappresentanti delle realtà turistiche e ambientali dei Castelli Romani, come Hotel, Ristoranti, Agriturismi, Strutture ricettive, Associazioni Culturali e Ambientalistiche, Scuole, insegnanti, presidi scolastici e il presidente del Parco Regionale dei Castelli Sandro Caracci. L.S.
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