SOCCORSI LENTI – Ma questa storia, al contrario, ha qualcos’altro da raccontare e troppe domande restano senza risposta. Chi ha soccorso l’uomo, passanti e negozianti che erano nei pressi del luogo in cui si è improvvisamente accasciato, hanno testimoniato anche davanti ai carabinieri – intervenuti a sentire i testimoni per accertare si trattasse di un decesso “naturale” – della forte lentezza da parte dei soccorsi. Non meno di tre quarti d’ora secondo alcuni di loro e almeno mezz’ora per altri. Insomma, davvero tanto tempo. Strano, se si pensa che dal punto in cui l’uomo si è sentito male il primo ospedale – la clinica Sant’Anna – dista 450 metri e la nuova sede del punto Ares 118 – presso il centro commerciale Arcom – invece 850 metri. Non sapremo mai se l’uomo si sarebbe salvato a seguito di un intervento tempestivo. Ma perché ci è voluto così tanto tempo? È la prima domanda che ci siamo posti. E così abbiamo scoperto che l’ambulanza che ha soccorso lo sfortunato signore è dovuta arrivare da Ardea, essendo la prima disponibile e più vicina.
UNA SOLA AUTOAMBULANZA IN SERVIZIO – Si potrebbe pensare: che sfortunato quest’uomo, con tutte le ambulanze che ci sono, i mezzi erano tutti impegnati per altri servizi? E qui ci si pone un’altra domanda: ma quante ambulanze operano su un territorio densamente popolato e vasto come Pomezia (da Santa Palomba a Torvaianica)? Anche qui abbiamo trovato la risposta: una sola.
Avete capito bene, una sola autoambulanza del servizio pubblico di pronto soccorso regionale Ares 118 e con appena cinque dipendenti in servizio che devono coprire un mese di pronto soccorso per 24 ore al giorno. Peraltro questo unico mezzo in dotazione non è nemmeno medicalizzato, ovvero non è presente a bordo la figura del medico che prende decisioni nelle situazioni di emergenza che di volta in volta si affrontano. Così il personale a bordo si riduce spesso a un barelliere e un autista. Più raramente i barellieri sono due. Guai dovessero ammalarsi perché, se abbiamo bisogno di un’ambulanza, potremmo dover aspettare il suo arrivo anche da Latina. Il mezzo attualmente in dotazione, tra l’altro, è stato sostituito solo da qualche giorno mandando in pensione quello precedente, talmente vecchio che ha finito di prestare servizio e finirà in parcheggio. Questo significa che se anche per una semplice febbre decido di chiamare il 118, l’ambulanza operativa a Pomezia – sempre che sia libera – verrà a prendermi e mi porterà in ospedale. Ma se nel frattempo arriva una chiamata urgente per un codice rosso, lo sfortunato paziente dovrà attendere l’arrivo dell’ambulanza libera più vicina, qualsiasi tempo occorra. Insomma un soccorso non così poi tanto pronto.
Ma se c’è una domanda alla quale si fatica a rispondere, è quella sulle dotazioni di mezzi e personale ridotti all’osso, per usare un eufemismo, del 118. Insomma, perché con due punti di pronto intervento in circa un chilometro, un uomo, poi morto, ha dovuto attendere mezz’ora? Considerando che il tempo massimo per intervenire in modo efficace su un arresto cardiaco è di 10 minuti e ogni minuto perso equivale a una riduzione della sopravvivenza del 7-10%.
SANITÀ PRIVATA – Per rispondere a questa domanda vale la pena precisare che nel 2014 – e per i successivi tre anni – la Regione Lazio ha bandito e assegnato un appalto da circa 70 milioni di euro in due lotti (il primo da 29.834.278,062 € e il secondo da 34.042.178,484 €) a due associazioni temporanee d’impresa che forniscono mezzi di soccorso complementari a quelli pubblici: il primo raggruppamento è costituito dalle società Formia Soccorso srl di Formia, Croce Medica Italiana, Croce Blu Società Cooperativa Sociale srl di Roma, San Paolo della Croce Società Cooperativa Sociale, che forniscono 16 postazioni per la centrale operativa di Roma Capitale, 9 per Roma e provincia, 2 per Viterbo e provincia e 1 per Rieti e provincia. Mentre nel secondo raggruppamento temporaneo d’imprese, oltre alla mandataria Heart Life Croce Amica srl di Fragneto Monforte (Benevento), troviamo la Croce Bianca srl di Latina, la San Paolo della Croce Società Cooperativa Sociale di Sora e la Formia Soccorso srl di Formia, per la fornitura di 13 postazioni per Latina e provincia e 2 per Frosinone e provincia. Per un totale di 49 veicoli e 34 postazioni.
Di questi 49 a Pomezia, contestualmente al mezzo Ares, opera un solo mezzo di Formia Soccorso ed è operativo solo di giorno. Così dopo la clinica Sant’Anna, una struttura privata in convenzione – perché Pomezia non ha un ospedale pubblico – ora anche i servizi di emergenza sono di fatto privatizzati. Quante ambulanze si sarebbero potute comprare con 70 milioni di euro e quanto personale si poteva assumere? E in definitiva, la vita di quell’uomo si sarebbe potuta salvare? Una domanda che resterà purtroppo senza risposta.