A Nettuno prosperano le famiglie di ‘ndrangheta e, nel corso degli anni, il Comune non è rimasto immune al malaffare, tra veri e propri reati e sperperi di denaro pubblico. Tracciando tale quadro, la giunta grillina di Angelo Casto ha inasprito le misure anticorruzione, aggiornando il piano di prevenzione di tale piaga. Nel nuovo piano triennale, analizzando il contesto in cui si trovano ad operare i pubblici amministratori, l’esecutivo ha evidenziato che il litorale tirrenico, nell’ambito dell’area metropolitana di Roma, “è oggetto di particolare attenzione da parte degli organi di polizia, per la presenza di famiglie o associazioni malavitose legate alla ‘ndrangheta”. Tanto che proprio il Comune di Nettuno, il 28 novembre 2005, è stato sciolto per mafia. La giunta ha poi riscontrato che, nel corso degli anni, nel Comune sono emerse varie criticità, evidenti nei procedimenti avviati da privati su alcune lottizzazioni urbanistiche, in quelli aperti dalla Corte dei Conti, alcuni ancora pendenti e altri conclusi con sentenze di condanna per danno erariale, e nelle indagini portate avanti dalla magistratura ordinaria, relative a reati contro la pubblica amministrazione, oltre che dall’avvio di procedimenti disciplinari. “Tale situazione – viene specificato nel nuovo piano di prevenzione della corruzione – necessita dell’adozione di ulteriori misure di controllo”. Particolare attenzione viene così posta ai meccanismi di formazione delle decisioni, nei quali è stato stabilito che l’istruttoria dei vari atti deve rispettare puntualmente l’ordine cronologico con cui gli stessi sono stati protocollati, nei meccanismi di controllo delle decisioni e nel monitoraggio dei termini di conclusione dei procedimenti. Stabilito inoltre di controllare costantemente i rapporti tra i pubblici amministratori e quanti hanno rapporti di natura economica con il Comune, vietando tali rapporti appunto quando si tratta di parenti fino al quarto grado di politici o dirigenti comunali, o comunque di soggetti che ai pubblici amministratori sono legati da vincoli di lavoro o professionali. Fissati anche controlli a campione sull’attività anticorruzione e disposto il ferreo rispetto del codice comportamentale per i dipendenti pubblici, oltre alla tutela di quei dipendenti che segnalano eventuali illeciti. Nel piano, infine, è stato stabilito di monitorare il ricorso alle procedure d’urgenza, sistema spesso impiegato nei Comuni per evitare gare pubbliche e assegnare appalti ai soliti noti, e quello degli operatori economici che ottengono più incarichi.
03/02/2017