Basta la parola derby per far scattare nella mente e nel cuore di un tifoso un vortice di emozioni che chi non è appassionato di calcio non riesce nemmeno ad immaginare. La settimana del derby è difficile, perché è una gara a se, non conta la classifica, non conta chi è più forte, ogni statistica lascia il tempo che trova. Spesso è una gara che vale una stagione intera perché si gioca per l’onore, per i colori della propria città, per la maglia che quegli undici giocatori indossano e non conta nient’altro in quei 90 minuti. A Latina poi la rivalità con il Frosinone c’è da sempre, e molto sentita, in più le ultime stracittadine se le sono aggiudicate i ciociari e quindi la voglia di riscatto è altissima. Poche ore prima dell’inizio del match tanto atteso i tifosi iniziano ad arrivare al Francioni, sciarpe, bandiere, e cappellini. Arrivano i grandi per godersi lo spettacolo, dietro di loro spesso ci sono i piccoli che vivono la partita da bambini, senza l’ansia, le tattiche, la formazione, loro sono lì pronti a godersi lo spettacolo e a divertirsi sugli spalti. Edoardo ha nove anni, mangia un panino con mamma e papà prima di entrare: “Anche un pareggio va bene, vorrei che segnasse uno nuovo..”. Alessio e Riccardo invece un pochino preoccupati lo sono: “Abbiamo un po’ di ansia, ma vorremmo che segnasse Insigne è il più forte che abbiamo”. Andrea e Alessandro, 10 e 8 anni, sono già dei piccoli grandi tifosi, il loro papà li porta ogni domenica allo stadio da quando avevano 4 e 2 anni, seguono il Latina da quando militava in Lega Pro, mica una cosa da niente: “Non siamo agitati, vinciamo noi oggi, 2-0 Insigne e Brosco!”. Poco prima del match arrivano anche i piccoli del Latina Calcio, tutti in fila dietro al loro allenatore, con la tuta della società sono in trepidante attesa per entrare: “Insigne è fortissimo speriamo che segni lui”. Alcuni nella loro innocenza fanno confusione come Francesco, 6 anni, che tiene la mano al suo papà: “Ma Insigne non giocava nel Napoli?”, oppure Claudio che alla domanda chi vorrebbe segnasse un gol risponde: “Higuain!”, magari ci fosse lui nel Latina in effetti!. L’importante è che si vinca, questo è l’imperativo, per grandi e piccoli come dice Andrea che ogni domenica va allo stadio con il nonno, tifosissimo del Latina da sempre anche quando militava in categorie inferiori: “Non mi interessa chi segna, possono andare in gol tutti, l’importante è che vinciamo!”. Insomma il derby è il derby, e che tu sia un piccolo tifoso, un ultrà o solo un appassionato il momento è travolgente e tu non puoi fare altro che vivere quei 90 minuti.
Jessica Reatini
04/02/2017