Dal classico doppiofondo nei bagagli, dentro il quale un corriere pakistano nascondeva 10 chili di “brown sugar”, alle confezioni di shampoo e bagnoschiuma che la parrucchiera ivoriana usava per occultare gli oppiacei, alle scatolette da tè (che nascondevano ben altro) di una casalinga smascherata dai cani antidroga, fino al rischioso metodo dell’ingerimento di ovuli. Nello stomaco di un uomo nigeriano ne sono stati rinvenuti ben 92, corrispondenti a circa 1,5 chili di eroina. Sono svariati gli stratagemmi per nascondere il passaggio della pericolosissima droga che, grazie a un repentino crollo dei prezzi per la sovrapproduzione in paesi come l’Afghanistan, la Thailandia e il Vietnam, sta tornando prepotentemente sul mercato italiano, in particolare tra i giovani.
Il quantitativo di droga sequestrata avrebbe potuto fruttare ai trafficanti un volume d’affari da capogiro. Secondo le stime degli inquirenti, grazie all’elevata purezza della sostanza transitata a Fiumicino, il mercato dello spaccio di Roma e provincia avrebbe potuto essere invaso da oltre mezzo milione di dosi, per un valore di almeno 5 milioni di euro.