Con un’assoluzione e una condanna ridotta, al termine di un secondo processo d’appello davanti alla Corte dei Conti, si è chiuso il caso del danno subito dal Comune di Ardea per affitti di case popolari non riscossi e utenze di acqua, luce e gas pagate dall’ente a privati che usufruivano di strutture comunali. Sperperi andati avanti per anni.
La Procura contabile, dopo aver anche delegato specifiche indagini alla Guardia di finanza, aveva mandato a giudizio i dirigenti comunali Aurelio Gaffi, Massimo Lulli e Cosimo Mazzone, succedutisi alla guida del servizio economico e finanziario, ritenendoli responsabili della perdita degli affitti di 42 case popolari e delle spese per le utenze degli impianti sportivi di Tor San Lorenzo e via Rieti, gestiti da due società private, oltre che dell’immobile di via dei Rutuli, utilizzato dall’Associazione carabinieri. Una condotta che, sempre per la Procura contabile, avrebbe causato al Comune di Ardea un danno da 217.720 euro. I tre vennero quindi condannati nel 2012, ma solo alla restituzione di 125.790 euro, quasi la metà, tra prescrizione e somme che si potevano ancora riscuotere. Nello specifico, Gaffi e Lulli vennero condannati dalla Corte dei Conti del Lazio a risarcire all’ente rutulo 50.316 euro a testa e Mazzone 25.158. Gaffi fu quindi il primo ad appellare la sentenza, respingendo le accuse e contestualmente chiedendo la cosiddetta definizione agevolata, una sorta di patteggiamento che consente a quanti sono stati condannati in primo grado dalla Corte dei Conti un notevole sconto sulle somme da risarcire e l’estinzione del giudizio. Arrivato l’ok dai giudici, il dirigente infine pagò 15.348 euro, ovvero il 30% di quanto era stato condannato a risarcire al Comune di Ardea, ottenendo l’estinzione del giudizio. Poi a fare appello sono stati Lulli e Mazzone. E i giudici della Corte dei Conti, al termine del giudizio di secondo grado, hanno ora ritenuto Mazzone innocente e lo hanno assolto, facendo invece solo un po’ di sconto a Lulli. Vista la carenza di personale e la disorganizzazione dell’ufficio, la Corte dei Conti ha ritenuto infatti opportuno che quest’ultimo risarcisca al Comune di Ardea soltanto 30mila euro. A fronte di un danno alle casse pubbliche inizialmente stimato in quasi 218mila euro all’ente tornano così soltanto poco più di 45mila euro. Ovvero gli spiccioli.