Quattro interrogazioni parlamentari, finora senza risposta, presentate dal Senatore di Latina Giuseppe Vacciano per quello che è stato definito un piccolo tesoro nazionale, sepolto da anni nei locali di sicurezza della Banca d’Italia.
Si tratta del cosiddetto “Tesoro di Mussolini”, non solo effetti personali ma anche oro e gioielli che il Duce e la sua amante speravano di trasferire in Svizzera, salvo poi essere catturati dai partigiani e uccisi il 28 aprile 1945. Una parte di quel tesoro finì in mano ai partigiani e da allora non si è saputo più nulla, mentre il resto finì prima in diverse prefetture, poi a Roma nela tesoreria del Ministero e infine nel caveau della banca d’Italia, dove sono tuttora.
Due le ricognizioni autorizzate dal Ministero dell’Economia (1978 e 2005-2006) che hanno interessato solamente 63 plichi dei 419 ancora custoditi senza che nessuno sappia effettivamente cosa ci sia dentro.
La battaglia del Senatore pontino, dipendente proprio di Bankitalia, è volta a inventariare quel tesoro e infine esporlo in un museo, trattandosi di un pezzo di storia d’Italia.
Tra gli oggetti già catalogati ci sono 24 decorazioni, preziosissime non solo per il materiale con cui sono fatte ma anche per il loro valore storico, appartenute a Mussolini; monete d’argento, astucci e bicchieri da viaggio e servizi di posate con varie iniziali e stemmi, collier, circa 400 posate d’argento di diversa forma e utilizzo marchiati con diversi stemmi tra cui quello reale; 46 tra piatti e vassoi in argento su cui sono incisi diversi stemmi tra cui quello reale; e ancora fedi nuziali, monete d’oro storiche di diversa provenienza, spille, monili ed altri oggetti in oro, donate alla Patria durante il periodo delle sanzioni (1935-36) seguite all’invasione dell’Italia in Africa Orientale.
“L’alienazione dei beni che risultassero meno attraenti ai fini espositivi – si legge nell’interrogazione del Senatore Vacciano – potrebbe sostenere economicamente sia l’attuazione di un progetto unico di esposizione che il proseguo della ricognizione di tutti gli altri plichi ancora mai visionati, senza che si debba ricorrere a ulteriori aggravi economici per la finanza pubblica”. Con l’interrogazione si chiede al Ministero di completare la catalogazione e di decidere il destino di quel tesoro.