Il morto c’è già scappato, il 2 dicembre 2015: Raffaella Anna Troiano, 21enne di Cisterna, a bordo della sua Smart volò letteralmente dopo aver preso l’avvallamento che si trova all’altezza di un vecchio ponte. Per lei non c’è stato nulla da fare. La Polizia Locale di Aprilia ha segnalato diverse volte all’ufficio tecnico del Comune di Aprilia la necessità dio mettere in sicurezza quel tratto di strada, ma nessuno ha mai dato cenni di vita. Qualche sera fa, ennesimo incidente stavolta con una Fiat 500: l’auto, guidata da un giovane, dopo aver preso l’avvallamento si è messa di traverso ed ha planato prima di schiantarsi contro un palo in acciaio e una recinzione. Solo grazie all’airbag laterale l’automobilista si è salvato.
L’incidente è avvenuto di notte, quando la strada è completamente al buio. La carreggiata è stretta, sui lati l’asfalto è ormai rovinato anche a causa del passaggio dei mezzi pesanti, specie da quando via Virgilio è stata vietata ai camion. E poi l’alta velocità, unita a quel maledetto dosso che non lascia scampo. Basterebbe un potenziamento della segnaletica verticale, il rifacimento di poche decine di metri di asfalto e un piccolo dissuasore per evitare futuri morti. Al Comune tutti sanno: gli esposti del Comitato di Quartiere Campoverde non si contano più. Mai un cenno di risposta, neanche di fronte la morte di una ragazza, affinché tali tragedie non si ripetano. Un piccolo altare a ridosso di quell’avvallamento è a perenne memoria di quella disgrazia, un avvertimento per tutti coloro che transitano su quella via. Basterebbe un minimo di volontà politica per tamponare l’emergenza. Una volontà che tuttavia non sembra esserci e non si capisce perché: le vite forse non sono tutte uguali?