Nell’analisi del panorama politico anziate non poteva mancare all’appello anche la sinistra radicale, rappresentata storicamente da Rifondazione comunista. Un partito dai numeri esigui ma dalle radici solide, che negli ultimi anni ha patito oltremodo la perdita di consensi e la mancanza di rappresentanza in consiglio comunale. Nonostante questi ostacoli, il partito ha continuato un’incessante azione politica, ergendosi come interlocutore di numerosi movimenti civici e il 5 marzo si terrà il congresso cittadino. L’impegno nel sociale ha trovato il suo massimo rappresentante nel segretario del partito Umberto Spallotta, che da diversi anni ha ingaggiato una battaglia contro l’attuale amministrazione di centrodestra.
Segretario, può stilare un bilancio dell’attività di Rifondazione comunista negli ultimi anni? Non ritiene che nell’ultima consiliatura abbia pesato in negativo non aver potuto contare su un vostro rappresentante in consiglio comunale?
“Sicuramente non avere una rappresentanza in consiglio comunale può averci penalizzato. Nella precedente consiliatura potevamo contare su un esponente di rilievo come Colantuono, ma ad ogni modo possiamo ritenerci soddisfatti perché l’assenza in consiglio ha rafforzato la nostra azione in ambito sociale. Come nostra consuetudine ci siamo messi a disposizione dei ceti più deboli, dando vita a ottime sinergie con movimenti e associazioni locali. Siamo stati spesso il megafono delle categorie più vessate e abbiamo denunciato con forza l’operato dell’amministrazione comunale”.
In campagna elettorale puntate ad andare da soli o dialogherete con gli altri partiti di centrosinistra e con i cinquestelle? Pollastrini può essere ancora un nome spendibile come candidato sindaco?
“Per quanto concerne la campagna elettorale i nostri programmi sono chiari. La nostra intenzione è quella di unificare un fronte alternativo che abbia come riferimento i movimenti e gli esponenti della società civile. Per questo motivo avremo sicuramente come interlocutori privilegiati i movimenti della Biogas e della Vignarola e l’associazione l’Ora. Sul fronte dei partiti non possiamo di certo ipotizzare aperture con l’attuale Pd, strenuo difensore del sistema liberista e difficilmente con i cinquestelle, che hanno dimostrato solo di sfruttare il disagio della gente comune e che al primo banco di prova amministrativo (quello di Roma) hanno palesato limiti evidenti. Di sicuro ci sarà un dialogo fitto con Sinistra italiana e con tutti i movimenti vicini alle nostre tematiche. Con Pollastrini c’è sempre un dialogo aperto, potrebbe rappresentare una candidatura di prestigio, a patto che non saremo costretti a rincorrerlo, evitando alcuni errori delle ultime elezioni”.
Come risponderebbe a chi vi accusa di essere solo dei nostalgici che non hanno mai superato gli steccati ideologici, trascurando di lavorare a una sinistra moderna? Ha ancora un significato profondo essere comunisti nel 2017?
“Ritengo che nel terzo millennio il comunismo sia più attuale rispetto al secolo scorso. Oggi il capitale è in crisi per la sua stessa struttura interna e la sempre maggiore concentrazione di ricchezza in poche mani ci fornisce ancora più motivazioni per essere anticapitalisti. Le risorse ci sono a mio avviso, quello che manca è la loro equa distribuzione, ecco perché paradossalmente c’è più bisogno oggi di una cultura comunista. Non siamo nostalgici, i conti con la storia li abbiamo già fatti, è fuori discussione che in alcuni ambiti il socialismo reale è fallito, ma ciò non toglie che non si possano riprodurre alcuni cardini della nostra cultura in un’ottica moderna. Il fronte comune nato dopo la battaglia referendaria e a difesa della Costituzione è un esempio concreto di come dovremmo porci, senza dimenticare che il comunismo italiano ha una storia democratica ben diversa da altre realtà”.
Anzio ha dimostrato di essere un feudo di destra, ne fu testimonianza la forza espressa anche dal Msi durante la Prima Repubblica. Con quali mezzi e in che modo un partito dai numeri esigui può aspirare a essere la guida della città?
“Di sicuro i numeri e la tradizione della città non sono dalla nostra parte. In un contesto simile esiste solo una via per spezzare questa egemonia, quella della mobilitazione popolare. L’esempio concreto della forza espressa dal comitato Biogas ha dimostrato come si può aggregare una forza dirompente e mettere all’angolo l’attuale classe politica. Il lavoro infaticabile del compagno Lorenzo Silla, di Sonia Federico, Roberto Macrì e del comitato delle mamme della Sacida ha fatto in modo che il sindaco Bruschini ci abbia concesso una netta modifica del regolamento igiene e sanità collegato alla centrale. Un successo maturato dopo un’imponente manifestazione tenutasi a novembre 2016 e a seguito di un lavoro costante e produttivo”.
Non esiste il rischio che l’azione di questi movimenti possa essere strumentalizzata dai mestieranti della politica?
“Dipende soprattutto da noi. Dobbiamo avere la capacità di vigilare e di rendere credibile la nostra azione politica. Ben venga il contributo di esponenti politici, a patto che non vadano rincorsi, e che non usino le tematiche cruciali della Biogas o della Vignarola per meri interessi personali. Vicino a noi abbiamo l’esempio vincente e positivo del sindaco Coletta, che a Latina è riuscito a scardinare un apparato di potere (rigorosamente di destra) puntando in toto sull’associazionismo e sulle forze della società civile. Ad Anzio abbiamo il dovere di proporre un modello simile, con il nostro partito in testa, che nel frattempo non cessa la propria attività, unica nel suo genere. Siamo fieri di essere l’unico partito sul territorio dalla forte impronta sociale e promulgatore di eventi culturali; il nostro circolo su questo versante è in costante fermento”.