La confisca, disposta dal Tribunale di Roma – Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione, interviene a distanza di circa tre anni da una serie di sequestri eseguiti nei confronti dei citati proposti all’esito di laboriose indagini di polizia economico-finanziaria, avviate nel corso del 2013 dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. In tale contesto, venivano confermate e valorizzate evidenze investigative di pregresse indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli, nel cui ambito erano state approfondite le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia circa l’esistenza di una cellula camorristica federata con il noto clan, con ramificazioni estese fino alla Capitale.
Partendo dalle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, è stato svelato il “sistema dei mutui”, utilizzato per l’effettuazione degli illeciti investimenti (ingiustificati sotto il profilo economico), volto a dare loro un’apparente liceità allo scopo di eludere eventuali provvedimenti ablativi.
La “holding” criminale avrebbe, in tal modo, accumulato un enorme patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente con i redditi dichiarati dagli interessati.
I beni confiscati si riferiscono al patrimonio aziendale e relativi beni di 5 società con sede nelle province di Roma e Napoli, di cui 2 operanti nel settore della costruzione di edifici, 1 in quello della compravendita di immobili, 2 nel commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico; 74 unità immobiliari nelle province di Roma, Napoli e Caserta; 15 autoveicoli; rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro.
L’esecuzione del provvedimento è in corso ad opera di oltre 30 Finanzieri nelle città di Roma, Napoli e Caserta e in provincia di Latina.