Attorno alle 3 del 17 maggio 2015, nel cuore della notte, ad Aprilia, non era Ion Serbu alla guida della Bmw che, uscita fuori strada su via Pescarella, si spezzò in due e in cui il 39enne romeno, residente a Lanuvio, perse la vita. Quando trovarono quel corpo in mezzo a un groviglio di lamiere gli investigatori sospettarono subito che al volante di quell’auto ci fosse un altro, datosi alla fuga dopo l’incidente. E alla fine le indagini dei carabinieri hanno portato il sostituto procuratore Marco Giancristofaro a convincersi che la Bmw 330 fosse condotta da Adrian Marian Varà, 30 anni all’epoca dei fatti, anche lui romeno. Per quest’ultimo è ora arrivata la condanna: tre anni di reclusione.
Secondo gli inquirenti, Varà stava percorrendo via Pescarella in direzione Albano-Ardea alla velocità di 108 km/h nonostante il limite fosse di 50 km/h quando, in territorio di Aprilia, in prossimità di una curva, perse il controllo del mezzo e andò a schiantarsi contro un muro di recinzione. A quel punto, anziché soccorrere il passeggero, l’imputato si sarebbe dato alla fuga. Accusato di omicidio colposo e di omissione di soccorso, Varà è stato così condannato dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, a tre anni di reclusione. Solo sei mesi in meno di quanto chiesto dal pm Maria Eleonora Tortora.
28/02/2017