Il problema sembra sia quello delle norme, che hanno dato strumenti spuntati alla Corte dei Conti per garantire quella trasparenza e garanzia di regolarità che il legislatore auspicava. I magistrati contabili possono infatti compiere controlli solo sulle spese affrontate dalle liste che si presentano alle elezioni e sulla provenienza di quel denaro, dovendosi tra l’altro accontentare di quanto viene dichiarato loro dai rappresentante delle stesse. Un controllo dunque solo formale. E il denaro eventualmente investito direttamente dai candidati a sindaco e dai candidati consiglieri non è sottoposto a quel controllo.
Capita così che, per quanto riguarda la competizione elettorale di due anni fa ad Albano, su 34 liste solo due hanno sostenuto di aver affrontato spese, tra l’altro irrisorie. Fatta anche una lunga istruttoria, visto che inizialmente erano ben pochi i documenti presentati alla Corte dei Conti, solo Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno sostenuto di aver speso del denaro per la campagna elettorale. Il primo partito per appena 155 euro, relativi a degli stampati, e il secondo per 2.120 euro, relativi a striscioni, bandiere, manifesti e l’affitto di una sala dove era stato fatto un incontro. A dichiarare di non aver speso neppure un centesimo sono stati il Pd, la lista Insieme per Nicola Marini sindaco, Lista riformista, Psi, Centro democratico, Rifondazione comunista, Sel, Movimento Aurora, Area democratica, Patto Popolare, Amo Albano, Albano Cecchina Pavona, Solidarietà trasparenza legalità, Rete dei cittadini, Reazione civica, Giorgio Battistelli sindaco, Centrosinistra e dei cittadini, Albano bene comune, Libertà è partecipazione, Fabrica Albano, Fare Pavona-Cecchina, Movimento5Stelle, Noi con Salvini, Il Cigno, Movimento nuova era-Albano per Silvestroni, Pavona, Carabella sindaco, Movimento civico popolare, Fabio Ginestra, Ncd, Rigenerare la democrazia Ppe, e Forza Nuova. Abbastanza per far specificare ai giudici: “Il fatto che la quasi totalità delle liste abbia sostenuto la campagna senza effettuare spese, per quanto formalmente corretto, costituisce elemento meritevole di segnalazione, che andrebbe tenuto presente nel riconsiderare la disciplina della materia e l’idoneità degli strumenti disponibili a garantire la piena tutela dei valori di riferimento”. Via libera sulle spese elettorali ad Albano, dunque, ma per la Corte dei Conti è l’intero complesso normativo sui controlli in materia da rivedere.