Ad aggravare il quadro complessivo, il fatto che lo stato delle aree intensamente inquinate si trascini da anni senza che si riesca ad arrivare a un’effettiva e radicale riqualificazione. Basta pensare che tutti e cinque i siti pontini erano già presenti nel piano del 2002, redatto in fretta e furia dagli uffici della Pisana, così come dalle altre regioni, dopo che l’Unione Europea cominciò a minacciare l’Italia di salatissime sanzioni. Analisi e documenti, insomma, servono a fotografare la situazione ma poi i fondi non ci sono e le discariche continuano a crescere.
Siti pericolosissimi: Aprilia al primo posto
Se in provincia di Latina c’è un comune fortemente a rischio, cittadini e politici lo sanno ormai benissimo, è sicuramente quello di Aprilia dove si trovano tre dei cinque siti sorvegliati speciali. Nel rapporto redatto dalla Regione, oltre alla ex Nova Solai, lungo la Pontina nel territorio del capoluogo, e alla discarica di Quarto Iannotta a Fondi, compaiono infatti la ex cava in località Sassi Rossi e le discariche in località Sant’Apollonia e La Cogna ad Aprilia. Quest’ultima, le cui criticità si trascinano dal lontano 1975, è ormai nota alle cronache in quanto, pur non essendo stata ancora bonificata, è stata indicata come sito idoneo per ospitare altri rifiuti. Una battaglia che, tra comitati e interventi politici, è ancora aperta. Secondo il rapporto, comunque, qualcosa si sta facendo: tutte le aree apriliane inquinate risultano infatti classificate con il codice I.C. (indagini di caratterizzazione in corso). Data la situazione, tuttavia, questo qualcosa è ancora davvero troppo poco.
Rischi notevoli anche a Pomezia e Cisterna
Ben più numerosi, invece, i siti ad alta priorità (indice di rischio compreso tra 7.5 e 10) che sono in totale 20 nel territorio romano e 16 in provincia di Latina. A farla da padrona, anche in questa seconda categoria, è ancora Aprilia che conta altre quattro aree: la Ecolmaci a Campoleone, un’altra vasta discarica, soltanto segnalata, lungo la Pontina, la Nordex Srl e un’area non meglio identificata (è in corso l’analisi di rischio) a Campoverde.
Benché non possano certamente competere con il primato di Aprilia, le cose non vanno meglio nelle immediate vicinanze dove risultano sorvegliate speciali anche la ex Nalco e la Goodyear di Cisterna, l’Intercarta Srl di Pomezia, ben due discariche a Sonnino, in località Le Monache e Costa dei Doveri e la ex Pozzi Ginori di Latina.
Castelli e litorale: l’inquinamento è acqua passata
I comuni dei Castelli e del litorale romano non solo non figurano nell’elenco dei siti a rischio alto e altissimo ma, anzi, compaiono nel rapporto solo perché vantano diverse località già bonificate con tanto di certificato. Totalmente sicuri nonostante i trascorsi, secondo i rilievi disposti dalla Regione risultano quindi i distributori di carburante di Viale della Vittoria e via Visca a Nettuno, così come altre quattro aree di servizio precedentemente segnalate a Frascati e il benzinaio di via dei Laghi a Marino. Come criticità completamente risolte vengono inquadrate anche quelle riscontrate anni addietro sulla Nettunense ad Albano, in via Goldoni ad Anzio e in via Fontanile del Piscaro a Grottaferrata. A concludere l’elenco, il sito di via San Tommaso a Velletri dove forme preoccupanti di inquinamento erano dovute a una cabina elettrica ma sono state completamente risolte. Uno stanziamento di 150mila euro ha invece risolto, almeno in parte, la situazione della discarica di Capo Croce a Lariano la cui bonifica è stata inserita nel programma delle opere pubbliche 2015-2017.