Le verifiche mirano ad accertare il possesso dei necessari requisiti igienico strutturali ed il rispetto delle normative di settore, sia di derivazione europea che nazionale e tendono, altresì, all’individuazione degli animali non correttamente identificati e iscritti alla Banca Dati Nazionale e delle carni di provenienza non tracciata al fine di infrenare fenomeni di commercio e macellazione clandestina di carni non certificate dagli organismi di controllo sanitari.
Nelle scorse settimane in uno stabilimento di macellazione e lavorazione delle carni, in provincia di Latina, è stato operato il sequestro di 15.200 chilogrammi di carni miste, suine e ovine, sprovviste di documenti che potessero attestare la tracciabilità del prodotto. All’interno dello stabilimento sono state inoltre riscontrate carenze igieniche e strutturali.
Con i sequestri in altre strutture pontine, salgono a 16,3 le tonnellate di carne sequestrata in provincia di Latina dall’inizio dell’anno.
Il quadro di situazione, che deriva dal complesso delle attività svolte sul campo evidenzia, rispetto al totale delle irregolarità amministrative rilevate, soprattutto l’inosservanza delle norme sull’identificazione dei bovini (28%), la carenza di condizioni igienico-strutturali (25%), le norme sulla produzione e l’igiene dei mangimi (13%), sui criteri di protezione negli allevamenti e nei trasporti (2%) e l’uso dei farmaci veterinari (3%). Sotto il profilo penale, le inosservanze significative riguardano, il maltrattamento (10%), la ricettazione (8%) e l’abbandono degli animali (3%).