Il costante monitoraggio della 65enne, anche attraverso la collaborazione della Polizia di frontiera in particolare quella dell’aeroporto di Fiumicino, ha consentito di scoprire che la donna si sarebbe imbarcata sul volo Casablanca/Fiumicino, dove ad attenderla era presente personale della Polizia di Stato di Latina e della Polaria. La donna, insieme a sua figlia, avrebbe gestito il traffico “egiziano” dell’immigrazione clandestina a scopo matrimoniale.
L’attività investigativa era finalizzata a colpire il fenomeno dell’immigrazione clandestina. L’indagine, in cui si era inserito un’ulteriore triste episodio di sfruttamento sfociato addirittura nella violenza sessuale subita da una delle tante ragazze fatte arrivare illegalmente da questa ‘organizzazione’, prese le mosse dalla coraggiosa denuncia della giovane vittima della violenza, che con le sue dichiarazioni aveva consentito di aprire una ‘breccia’ e focalizzare l’attenzione su un gruppo ben ramificato composto da soggetti di origini marocchine che riuscivano a fare giungere in Italia – dietro compensi anche di 6000 euro – cittadini di quel paese contraendo con essi matrimoni di comodo e chiedendo poi il ricongiungimento familiare.
Il gruppo di egiziani, in Italia grazie alla collusione di cittadini italiani, riuscivano a falsificare la documentazione necessaria (in particolare CUD e buste paga di comodo) in modo di ottenere i rinnovi e rilasci di permessi di soggiorno, nonché ad agevolare le pratiche di ingresso e permanenza sul territorio dei cittadini extracomunitari irregolarmente giunti, grazie ad una rete di ‘fiancheggiatori’ italiani disponibili, dietro il pagamento di lauti compensi, a contrarre finti matrimoni. Già quattro persone sono sotto processo: la prossima udienza è in programma per il 3 aprile.