La scrittura del libro è elegante e avvolgente e ogni racconto – tutti indipendenti e tutti uniti dal filo della memoria, del luogo e dei personaggi – tratta un piatto o un prodotto della tradizione gastronomica (Campagna è un esperto di cibo, al quale ha dedicato svariate pubblicazioni). La letteratura popolare, e in particolar modo il racconto orale, in questo libro si coniugano insieme in uno squisito pamphlet di ricordi pseudo autobiografici.
Roberto Campagna, sociologo e giornalista, collabora con il quotidiano Latina Oggi. Tra i suoi libri: Alle Fontane-storie di panni di paese, E così fu, 101 filastrocche in fila per 1, A Via Fontana dell’Oro e Il Sapore della Palude.
Il Palato della Memoria è un libro pseudo autobiografico perché Flavio, il protagonista dei dodici racconti, è il riflesso nostalgico dello stesso autore; è infatti negli occhi di Flavio che Campagna ripercorre luoghi e sapori passati, forse scomparsi o in via di sparizione, ma indelebili nella sua memoria di ragazzo nel pieno della vita. I ricordi sono fatti di odori e gusti sopiti nel tempo e Campagna, con la sua verve narrativa frizzante e ironica, impasta le sue storie come ricette di cucina trasportando il lettore nel suo mondo provinciale di nostalgiche disillusioni politiche, di scorribande canagliesche, di scherzi e alambicchi giovanili, di ripicche e fughe e amorazzi scollacciati.