Direttore, sembra passata una vita da quel 2-2 in casa dell’Atletico New Team che ha rappresentato il vostro debutto assoluto in serie C1, eppure era soltanto il 24 settembre… “Sì, sono stati sette mesi davvero intensi per noi nei quali abbiamo provato tutte le emozioni possibili ed immaginabili. Ho dato un sette pieno a questa stagione, era il nostro primo anno in C1 ed abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati, una salvezza tranquilla, senza particolari affanni. E’ stata una stagione altalenante nella quale abbiamo alternato periodi di buio ad altri nei quali sembravamo volare, ma per essere al nostro primo anno in questo campionato va bene così”.
Partiti per una salvezza tranquilla siete arrivati ad un passo dai play off, in questi casi prevale la soddisfazione per l’obiettivo iniziale raggiunto o il rammarico per non aver messo a segno il grande colpo? Insomma, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? “Per quanto mi riguarda è mezzo pieno, però se rivolgi ad esempio questa stessa domanda a Stefano Esposito ti risponderà sicuramente l’esatto contrario, nel senso che nel nostro allenatore prevale senza ombra di dubbio l’amarezza per non essere riuscito ad entrare nel gruppetto che andrà a giocarsi la serie B. C’è stato un momento del campionato in cui siamo arrivati addirittura a tre punti dal primo posto, è chiaro che per come eravamo messi poteva diventare un traguardo realizzabile ma purtroppo in alcune circostanze ci siamo dati da soli la zappa sui piedi ed è andata diversamente. Fondamentalmente a questo gruppo è mancata l’esperienza necessaria in queste circostanze”.
Immagino che nella vostra economia pesino molto i punti persi con Civitavecchia, Villa Aurelia ed Aranova… “Hai centrato perfettamente la questione, oltre alla gara di Civitavecchia penso alle quattro partite giocate con Villa Aurelia ed Aranova nelle quali non siamo riusciti a conquistare nemmeno un punto e con tutto il rispetto stiamo parlando di compagini che hanno fatto una grandissima fatica in questo campionato e che sulla carta dovevamo e potevamo battere. Bastavano quei punti ed eravamo nei play off, ma adesso dobbiamo guardare oltre”.
E qui torniamo quindi al discorso relativo alla mancanza di esperienza del gruppo… “Assolutamente sì, se avessimo avuto più esperienza avremmo gestito meglio quelle situazioni, probabilmente ho sbagliato io ad allestire una squadra dall’età media così bassa, il prossimo anno farò come la New Team cercando di formare un gruppo che abbia il giusto mix di giocatori esperti e giovani di talento”.
Un gruppo che in questa stagione oltre che dall’inesperienza è sembrato frenato anche da una certa insofferenza, uno spogliatoio di personalità forti che in alcuni casi è arrivato quasi ad implodere, è soltanto una mia impressione? “Devo ammettere che questa squadra è fatta un po così, la verità è che all’interno di questo spogliatoio manca un giocatore alla Massimiliano Catania o come Alessandro Chilelli, uno di quei senatori per intenderci ai quali basta una sola parola per farsi ascoltare da tutto lo spogliatoio, ma stiamo lavorando per questo, avremmo anche individuato il profilo giusto in grado di farci fare questo salto in avanti ma la trattativa è ancora in fase embrionale e non posso rivelare il nome. Quest’anno ha prevalso più il talento personale di ogni singolo giocatore che il gruppo, bisogna essere onesti”.
E a questo non potrebbero aver contribuito anche alcune scelte fatte in corsa dalla società? “Se ti riferisci alle partenze di Rozzi e Decina, due figure importanti per lo spogliatoio che erano con noi dai tempi della serie D ammetto che onestamente possono aver contribuito ma è stata una cosa calcolata. Loro erano dei riferimenti per molti ma nell’economia di una stagione devi valutare tanti fattori. E non ci dimentichiamo poi che a dicembre è arrivato un certo Montagna”.
A proposito, sei soddisfatto del contributo portato da Maicol o ti aspettavi qualcosa di più vista la caratura del giocatore? “Soddisfatto pienamente, ha fatto benissimo sia sotto il profilo tecnico che sotto quello dei comportamenti, anche se sono convinto che la prossima stagione darà ancora di più. Tra l’altro è uno di quei giocatori che ha contribuito in maniera decisiva a far vincere il titolo di capocannoniere a Daniele Zullo”.
Hai parlato di Zullo, il campionato strepitoso di cui si è reso protagonista ha attirato su di lui la curiosità e l’interesse di diverse società importanti, riuscirete a trattenerlo a Pomezia? “Per noi è un giocatore fondamentale, un punto fermo del nostro progetto e da quello che mi ha detto la sua volontà è quella di rimanere a Pomezia. Poi certo se gli dovesse arrivare qualche offerta per lui irrinunciabile da altre piazze noi non ci metteremo di traverso e rispetteremo la sua decisione come abbiamo fatto del resto lo scorso anno con Andrea Lippolis. Zullo comunque è ben cosciente che tutto quello che ha fatto in questa stagione lo deve principalmente a mister Stefano Esposito che su di lui ha fatto un lavoro grandissimo trasformandolo in un giocatore universale e sono convinto che il prossimo anno sempre sotto la guida di Stefano potrà spingersi ancora oltre”.
Chiusura obbligatoria sul prossimo anno. Con quali obiettivi vi presenterete ai nastri di partenza? “Non voglio nascondermi. Dopo l’esperienza di questo campionato e i buoni risultati che abbiamo conseguito sono convinto che se riusciremo a puntellare la rosa con quegli elementi di esperienza ai quali facevo riferimento precedentemente potremo ambire al traguardo più grande, ossia il grande salto in serie B. Abbiamo tutte le carte in regola per poter puntare al nazionale”.