Le indagini sono scattate il 15 marzo, dopo la segnalazione di allontanamento da parte dei familiari di Esposito che si era recato a Latina e non aveva più fatto rientro a casa. Il cadavere è stato rinvenuto il 24 marzo incappucciato e imbavagliato in località La Flora di Terracina. Sa subito sono iniziati gli accertamenti nei confronti dei due indagati e sono state ricostruite le varie fasi dei delitti. È stato ricostruito che l’uomo si era incontrato a Latina con i due fermati che avevano sequestrato l’anziano imprenditore dopo averlo verosimilmente sedato con dei sonniferi, trasportandolo in un luogo dove è stato trattenuto contro la sua volontà fino alla morte. I due, quindi, si erano appropriati di due bancomat, una carta di credito e il libretto degli assegni che Esposito aveva con sé e il 14 e 15 avevano effettuato vari prelievi presso bancomat di Latina e acquisti in un centro commerciale di Formia.
Successivamente i due avevano versato presso una banca di Fondi due assegni dell’importo di 25mila euro l’uno, estratti dal blocchetto sottratto a Esposito, falsificandone la firma e gli altri elementi distintivi. La negoziazione, però, non era andata a buon fine in quanto la banca dove era radicato il conto della ditta gestita dall’anziano li aveva respinti, rilevando irregolarità nella compilazione.
Da quanto si apprende il 22 marzo l’uomo è morto per asfissia meccanica violenta. A quel punto gli indagati, avendo realizzato che era fallito il piano per attingere ulteriormente finanze all’anziano imprenditore, si sono disfatti del cadavere. Agli indagati sono contestati i reati di sequestro di persona, omicidio, rapina, falsificazione di titoli di credito e indebita utilizzazione di carte di credito e pagamento. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate le abitazioni, i locali e le auto nella disponibilità dei fermati, sui quali verranno disposti accertamenti tecnici. L’uomo è stato associato presso la casa circondariale di Latina, mentre la donna presso quella di Roma.