Condanna confermata per la mamma che, davanti alla scuola elementare frequentata dalla figlia a Genzano, aggredì un vigile urbano. Era il 5 dicembre 2007 quando una 44enne di origini francesi, fermatasi in auto vicino al cancello della scuola, per far salire la figlia e un’amichetta di quest’ultima, iniziò a discutere e infine si scagliò contro un vigile. Quest’ultimo aveva detto alla donna di spostare la sua vettura, trovandosi in divieto di sosta. La donna non avrebbe acconsentito e, mentre il vigile redigeva il relativo verbale, per multarla, avrebbe iniziato a insultare il “casco bianco”. Poi la 44enne era passata anche all’aggressione fisica, colpendo il vigile su una spalla con la borsetta, sferrandogli un calcio a una gamba e due schiaffi. Denunciata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, la mamma è finita sotto processo. Da allora sono passati dieci anni e la condanna è ormai definitiva. Per quell’episodio, infatti, la donna è stata condannata il 18 luglio 2013 dal Tribunale di Velletri e tale sentenza è stata confermata prima dalla Corte d’Appello di Roma e ora dalla Cassazione. Respinte le giustificazioni dell’imputata che, dopo aver insistito affinché il reato venisse dichiarato prescritto, ha sostenuto di aver reagito male con il vigile solo perché vittima di un “atto arbitrario”, per esserle stato impedito di sostare davanti alla scuola, temendo per l’incolumità della figlia e dell’altra bambina se si fossero trovate sole su una strada trafficata. (C.P.)
13/04/2017