L’Ater ha contestato al Comune l’occupazione dei propri alloggi, disposta tra il 1989 e il 1990, con ordinanze di requisizione a favore di famiglie in difficoltà rimaste senza un tetto. Tali provvedimenti sono stati annullati nel 2005 dal Tribunale amministrativo e l’ente che si occupa di alloggi popolari ha così chiesto, calcolando anche gli interessi, un risarcimento di 5.817.418 euro. I giudici hanno eseguito un’istruttoria e il giudizio è stato interrotto due volte, avendo tentato senza successo l’ente locale e l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale una forma di accordo. Decidendo nel merito della vicenda, il Tar ha però ora rigettato le richieste dell’Ater, specificando che a molti degli occupanti degli alloggi che erano stati requisiti la stessa Azienda ha chiesto, nel corso del tempo, il pagamento dei canoni e che nei casi in cui non ha percepito alcun affitto ciò è stato dovuto solo all’inerzia dell’Azienda stessa nei confronti degli abusivi. I giudici hanno inoltre sottolineato che, nei casi di occupazione illegittima, se avesse voluto riprendere il possesso degli immobili l’Ater, anziché restare inerte, avrebbe potuto attivare tutte le procedure per giungere allo sgombero. Ritenendo il Comune esente da colpe per un’eventuale danno economico subito dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, il Tar ha quindi respinto la richiesta di risarcimento. E la giunta Fucci può tirare un sospiro di sollievo. (C.Pis.)
Sentenza Tar salva le casse pubbliche
Pomezia, negato il maxi risarcimento all’Ater: il Comune risparmia 5,8 milioni
Salasso evitato per le casse pubbliche. Il Tar del Lazio, pronunciandosi sull’annoso contenzioso avviato dall’Ater di Roma contro il Comune di Pomezia, ha respinto la richiesta di risarcimento, per ben 5,8 milioni di euro, avanzata dall’Azienda territoriale dell’edilizia residenziale nei confronti dell’ente attualmente retto dal sindaco Fabio Fucci.
20/04/2017
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