Il Consolato generale d’Italia a Dubai gli ha negato il rilascio di visto di ingresso per residenza elettiva, visto che in quella città gestiscono un’attività turistica stagionale, nei mesi da ottobre a maggio. La coppia in Italia ha acquistato nel 2014 due immobili ad Aprilia, uno dei quali affittato a terzi: chiedevano il visto di ingresso “per residenza elettiva”, dimostrando di avere i necessari requisiti, “con particolare riferimento alle amplissime risorse economiche in Italia, a Dubai e in Russia dove possiederebbero 11 unità immobiliari, tra cui 7 appartamenti alcuni dei quali affittati a terzi, oltre a garage e lotti di terreno, più una serie di estratti conto attestanti la disponibilità di somme molto consistenti e il reddito di impresa derivante dalla società di gestione di pullman turistici a Dubai.
I facoltosi russi hanno motivato la loro intenzione di vivere stabilmente e permanentemente ad Aprilia. Il Consolato ha invece dichiarato, nel negargli l’ingresso permanente in Italia, che gli Emirati Arabi Uniti appaiono essere e rimanere il loro centro principale di vita e di affari. Viene insomma rilasciato loro un visto turistico di lunga durata, che consentirà ai due russi di stare in Italia fino a 90 giorni ogni 6 mesi.
Il Tar non contesta il requisito economico, ma sulla “reale intenzione di vivere e risiedere in Italia permanentemente”. L’azienda della quale il ricorrente sarebbe socio e “di fatto proprietario” e la moglie “l’unica manager” non avrebbe un’operatività meramente stagionale (come sarebbe stato sostenuto soltanto nel ricorso), ma sarebbe “una delle principali compagnie turistiche” negli Emirati Arabi, con 23 dipendenti e una cospicua dotazione di autobus e veicoli per il turismo. Gli Emirati Arabi Uniti appaiono essere e rimanere il centro principale di vita e di affari”. Il Tar non solo ha respinto il ricorso (confermato anche dal Consiglio di Stato), ma ha condannato i due russi a pagare 1.000 euro di spese, spicci per la loro condizione economica ma che rappresentano una sconfitta sulla loro volontà di abitare ad Aprilia. Città che avrebbe certamente guadagnato dalla loro presenza, vista l’ampia disponibilità economica.