Anche a Cisterna di Latina scoppia il caso dei cassonetti abusivi relativi alla raccolta degli indumenti usati. Un fenomeno che nei mesi scorsi ha interessato la città di Latina dove ne sono stati sequestrati 25, perché non autorizzati, erano appunto abusivi e nessuno poteva saperlo. Una notizia che ha fatto sobbalzare tutte quelle persone di buon senso, che hanno sempre dedicato parte del loro tempo nell’impegnarsi ad aiutare chi ha bisogno di aiuto, anche di un vestito usato. Molto spesso, nella maggior parte delle case italiane, in questo periodo, durante il cambio stagione, vengono preparati dei sacchi pieni di indumenti che poi vengono gettati negli appositi contenitori, con il chiaro intento, appunto, di fare una buona azione. Purtroppo però non sembrerebbe andare proprio così, ci sono delle situazioni anomale che danneggiano il regolare lavoro di chi recupera legalmente gli abiti. Qualche mese fa, a Cisterna, in zona Cerciabella, nei pressi della parrocchia della Trasfigurazione, è comparso dal nulla un cassonetto di colore giallo. Alcuni residenti hanno incominciato a portare vecchi abiti e stranamente anche dei giocattoli, come tra l’altro era ben scritto sul portellone del cassonetto. Proprio la richiesta di articoli ludici per bambini ha destato dubbi da parte di alcune persone che frequentano la parrocchia, così per vederci chiaro alcuni di loro si sono rivolti alla società che gestisce la raccolta dei rifiuti, la Cisterna Ambiente, dove non erano a conoscenza del cassonetto in questione, in quanto, non risulterebbe nell’elenco di quelli autorizzati e dislocati sul territorio della terra dei butteri. Così anche a Cisterna è comparso un contenitore abusivo per la raccolta degli abiti usati, che fortunatamente è stato prontamente rimosso. Non conoscendo il proprietario, si è in attesa di qualcuno che si faccia vivo per reclamarlo. Il caso però non è isolato, proprio in queste ore è stato individuato un altro cassonetto abusivo, posizionato in via Ciannavei, una traversa di via Macchiavelli, dove ci sono due contenitori per la raccolta di indumenti, uno è regolare e censito, l’altro no, forse chi l’ha posizionato ha pensato che così avrebbe potuto eludere i controlli, una strategia che non ha confuso gli operatori ecologici, infatti proprio lo stesso personale della Cisterna Ambiente ha denunciato la presenza del cassone abusivo. Il contenitore “farlocco” è riverniciato e senza nessuna indicazione, in più è anche “rattoppato”, indizi che confermerebbero l’ipotesi avanzata da alcuni residenti e cioè che gli “abusivi” rubano in altre città i contenitori o li acquistano ad un prezzo irrisorio in quanto sono vecchi e rotti, poi gli danno una sistemata per farli assomigliare a quelli già presenti in città e “rubano” materiale a chi è autorizzato a svolgere il servizio. Per onore di cronaca è bene ricordare che la gestione e la raccolta degli indumenti usati è affidata a società che lavorano nel rispetto delle direttive di legge e soprattutto dei regolamenti comunali per garantire al meglio il trattamento dei “rifiuti” recuperati, sembrerebbe invece che dietro l’azione abusiva ci sia la mano di qualche individuo, se non proprio di organizzazioni, dediti alla commercializzazione illecita di abiti usati non inclini al regolare svolgimento del recupero degli indumenti, un vero e proprio business, che danneggerebbe l’azione benefica dei cittadini che magari potrebbero ritrovare il loro vecchio abito lavato e stirato esposto in vetrina o su qualche banco del mercato settimanale.
(Daniele Ronci)
(Daniele Ronci)
02/05/2017