L’incendio alla Eco X di Pomezia avrà delle conseguenze di cui ancora non si è parlato: quelle sull’agricoltura. Intorno al sito del rogo, tra i Cinque Poderi, la Laurentina e Santa Procula, ci sono decine di campi coltivati e alcuni allevamenti di vacche. Le particelle rilasciate dall’incendio (del quale non è ancora del tutto chiara l’alimentazione, se solo plastica o anche rifiuti speciali, oltre che – come ha detto la Asl – probabilmente anche di amianto) presto o tardi ricadranno a terra. Se non è già avvenuto.
Eppure nessun ente istituzionale ha dato ancora indicazioni agli agricoltori di zona. «Questo è il periodo in cui si taglia il fieno che poi si darà come alimento per il bestiame – spiega Fabrizio Cremonini, della Coldiretti – non sappiamo ancora se possiamo usare quello che al momento è nei campi o se dovremo distruggerlo perché contaminato». E non si tratta solo del bestiame, perché poi quello stesso materiale di risulta del rogo, assunto dall’animale, potrebbe passare anche nel latte e nella carne, e quindi nell’alimentazione umana.
«Ieri – spiega Cremonini – alcuni allevatori d’accordo con le ditte che ritirano il latte hanno effettuato spontaneamente dei prelievi per fare dei controlli approfonditi. Ma dalla Asl e dalle istituzioni ancora nessuna indicazione». La Coldiretti ha inviato già ieri all’azienda sanitaria del distretto e al Comune una richiesta di chiarimenti e per eseguire verifiche sui terreni. Tuttavia le analisi dell’Arpa sulla qualità dell’aria non dovrebbero arrivare prima di alcuni giorni. Un’emergenza sull’emergenza.
Eppure nessun ente istituzionale ha dato ancora indicazioni agli agricoltori di zona. «Questo è il periodo in cui si taglia il fieno che poi si darà come alimento per il bestiame – spiega Fabrizio Cremonini, della Coldiretti – non sappiamo ancora se possiamo usare quello che al momento è nei campi o se dovremo distruggerlo perché contaminato». E non si tratta solo del bestiame, perché poi quello stesso materiale di risulta del rogo, assunto dall’animale, potrebbe passare anche nel latte e nella carne, e quindi nell’alimentazione umana.
«Ieri – spiega Cremonini – alcuni allevatori d’accordo con le ditte che ritirano il latte hanno effettuato spontaneamente dei prelievi per fare dei controlli approfonditi. Ma dalla Asl e dalle istituzioni ancora nessuna indicazione». La Coldiretti ha inviato già ieri all’azienda sanitaria del distretto e al Comune una richiesta di chiarimenti e per eseguire verifiche sui terreni. Tuttavia le analisi dell’Arpa sulla qualità dell’aria non dovrebbero arrivare prima di alcuni giorni. Un’emergenza sull’emergenza.
06/05/2017