190 voti a giugno dello scorso anno l’hanno catapultato tra i banchi della maggioranza del Comune di Latina. Salvatore Antoci, pilota di Alitalia ed ex presidente dell’associazione “quartieri connessi”, nel primo periodo di mandato da consigliere comunale si è fatto promotore di iniziative contro il decoro urbano come la lotta ai manifesti selvaggi e ai parcheggi abusivi ed ora vuole istituire il controllo del vicinato. Soffre, però, di non riuscire a dare ai cittadini le risposte che sperava. Quando era dall’altra parte gridava alla mala amministrazione ogni volta che immortalava in una fotografia rifiuti abbandonati, erba alta o strade colabrodo. Ora è costretto ad ammettere che non è così semplice come sembra.
L’ultima iniziativa che ha proposto è il “controllo del vicinato”. Come
funzionerà?
«Non sono ronde e non è niente di rivoluzionario. Recupera solo lo spirito di appartenenza, come fossimo un piccolo paese anche se in una importante città. Abbiamo dato al dirigente Passaretti l’obiettivo di realizzare il progetto entro il 2017, ma spero si faccia molto prima. Il progetto, il cui motto potrebbe essere “Il miglior antifurto è il tuo vicino”, prevede l’organizzazione della città in gruppi in base alle zone. Ognuno avrà un referente che sarà in contatto con le forze dell’ordine. Se la Prefettura darà l’ok saranno coinvolte tutte le forze dell’ordine, altrimenti l’amministrazione dovrà accontentarsi della Polizia Locale di sua competenza. Anche tramite Facebook e WhatsApp i cittadini segnaleranno i problemi del quartiere: un furgone con una targa strana, un antifurto che suona senza che nessuno interviene… A sua volta il referente comunicherà alle forze dell’ordine i problemi della zona».
Prima del controllo del vicinato ha proposto multe ai parcheggiatori selvaggi e agli autori dei manifesti abusivi. Ha in mente altre idee contro il degrado urbano?
«Più che contro il degrado direi contro l’illegalità. Occupare il posto auto di un disabile per prendere un caffè in tranquillità vuol dire fare violenza sugli altri e non rispettare i diritti primari. Vorrei che in questi cinque anni di mandato Latina facesse un salto culturale e imparasse ad abbandonare le brutte abitudini e a rispettare le regole. Un’altra iniziativa che ho in mente è lavorare sulle zone grigie, quelle che sono avvertite come prive di interesse. Ci sono strade, ad esempio, dove i cittadini non sanno se si può o meno parcheggiare e, visto che nessuno li multa, intanto lo fanno. Bisognerebbe istituire dei cartelli stradali per chiarire ogni dubbio. Ma senza i controlli queste buone intenzioni restano su carta».
Resta il problema dei pochi agenti di Polizia Locale a disposizione del Comune. Come possono esserci più controlli?
«È vero che ci sono pochi agenti, ma è vero anche che possono cambiare comportamento. Non possono transitare indifferentemente nel tragitto che dal Comando li conduce a scuola dove devono veicolare il traffico senza fermarsi dove vedono un’infrazione. Se non multano le macchine che sostano in doppia fila davanti a loro all’uscita da scuola fanno passare un messaggio sbagliato. Fermo restando che la metà della colpa è dei cittadini che, a prescindere dalle multe, dovrebbero rispettare le regole».
È stato fotografato mentre tagliava l’erba, ma per l’opposizione potrebbe essere pericoloso se ognuno tagliasse l’erba da sé. Lei, invece, che messaggio voleva lanciare?
«Mi interessa poco cosa dicono. È da 15 anni che lo faccio prima come cittadino, poi come presidente dell’associazione quartieri connessi e ora anche da consigliere. E poi la nostra associazione è coperta da assicurazione in caso di infortunio. Il messaggio più banale è quello di voler restituire un piccolo angolino di città, e l’amministrazione ha il dovere di favorire le iniziative di volontariato dei singoli cittadini. Certo, l’ideale sarebbe se il Comune riuscisse a risolvere autonomamente il problema. Su questo mi prendo la responsabilità da consigliere di Latina Bene Comune di dire che sul verde abbiamo fallito perché Latina è invasa dall’erba alta».
Qual è stato il problema per cui Latina è invasa dall’erba alta anche quest’anno, come sotto gli altri Sindaci?
«Non abbiamo predisposto le procedure in tempo. Il Comune si è fatto cogliere impreparato dal fatto che in primavera cresce l’erba e su questo mi assumo le responsabilità del caso. Non siamo stati capaci. Spero che l’anno prossimo potremo fare meglio e prevedere in tempo il prevedibile».
In campagna elettorale ricordava ai cittadini le promesse tradite sui quartieri Q4 e Q5. Cosa ha intenzione di fare per i due quartieri?
«Vorrei che ci fosse un’oasi verde con un prato tagliato e pulito tutto l’anno. Su cui i cittadini possano prendere il sole come nelle grandi città di Europa. Mi piacerebbe anche che il decoro fosse la normalità e che i quartieri venissero completati: è pieno di opere incomplete come marciapiedi o strade ancora da terminare o farlocchi».
Prima di diventare consigliere segnalava i problemi dei quartieri sul sito q4-q5.it gridando alla mala amministrazione: rifiuti abbandonati, erba alta, asfalto distrutto. Cosa fa ora che è dall’altra parte?
«Segnalo ancora a chi di competenza le cose che non vanno. Non sa quanto ne soffro di non riuscire a dare risposte migliori ai cittadini. Parte del problema è anche dovuto al fallimento di Latina Ambiente, in mano ad un curatore fallimentare che ha l’obiettivo di soddisfare i creditori e non di ripulire la città. Ma penso ancora, in senso assoluto, che si tratti di mala amministrazione: ci vorrà tempo per riconvertire la macchina amministrativa. Da fuori pensavo ci volesse molto di meno. Dicevo: ecco, adesso che saremo al governo in due o tre mesi tutto cambierà. E invece non è così».
Bianca Francavilla