Serie C2. Tripudio Atletico Anziolavinio, è serie C1
Un grande, grandissimo Atletico Anziolavinio si è imposto per 4-1 sul Real Ciampino nella finalissima di campionato conquistandosi con pieno merito il ritorno in Serie C1 dopo un solo anno di purgatorio nella seconda categoria regionale. E’ stata un’impresa assolutamente pazzesca quella compiuta dalla squadra neroniana che, partita per disputare una stagione tranquilla e gettare le basi per l’anno successivo, si è ritrovata invece a fagocitare tutte le avversarie incontrate sul proprio cammino, andando a stravincere il campionato contro ogni pronostico della vigilia. Una cavalcata trionfale quella dei neroniani, conclusa con la larga vittoria sui castellani nei 60 minuti più importanti di tutta la stagione. Un’impresa pazzesca dicevamo in apertura che, non ce ne voglia nessuno, tra i tanti protagonisti dei quali è figlia ne ha due in particolare i cui nomi resteranno scolpiti in modo indelebile nella pagine di questa società: il direttore sportivo Vincenzo Albanesi, capace di allestire a costo zero un gruppo che ha dettato legge contro corazzate dai budget addirittura esagerati per questa categoria ed il direttore d’orchestra, quell’Alberto De Angelis che dopo le ormai note vicende di Aprilia ha accettato di tornare a sedersi sulla panchina neroniana, rivelandosi il vero valore aggiunto di questo gruppo. In un PalaPestalozzi gremito in ogni ordine di posto, il primo squillo di tromba è di marca ciampinese con il destro secco di Violanti che chiama Passera al primo intervento di giornata. Su rovesciamento di fronte, risposta fulminea dei neroniani con De Franceschi il cui diagonale termina però sul fondo. Con il passare dei minuti i ragazzi di De Angelis prendono progressivamente in mano il pallino del gioco, veder giocare l’Atletico è spettacolo allo stato puro e dopo una serie di occasioni che avrebbero meritato miglior fortuna l’Anzio passa al minuto numero dodici. L’azione è un marchio di fabbrica di Alberto De Angelis: ripartenza a cento allora di De Marco, triangolo al bacio con Musilli e palla che ritorna al numero 11 che non deve far altro che appoggiarla in rete. I neroniani volano sulle ali dell’entusiasmo e al quarto d’ora il 2-0 sarebbe cosa fatta se Bianco non andasse a togliere la ragnatela dall’incrocio dei pali sul gran tiro di Origlia destinato sotto il “sette”. La prima frazione si chiude con l’Atletico ancora in avanti e proprio a ridosso dell’intervallo è sempre De Marco, migliore in campo in senso assoluto, a chiamare Bianco all’intervento che evita ai castellani di andare al riposo con il doppio svantaggio. In avvio di ripresa però, al quarto minuto, il Real Ciampino fa 1-1: strepitoso intervento di Passera sulla punizione di Barone, Violante è ben appostato e deposita in rete la ribattuta dell’estremo difensore di Anzio. I ragazzi di De Angelis, da grande squadra quale sono, non si scompongono e riprendono a macinare gioco riuscendo a riportarsi in vantaggio al 14’ grazie al numero cinque Mastroianni che “intercetta” la conclusione velenosa di Musilli e spiazza l’incolpevole Bianco. La gara prende la piega migliore per le caratteristiche dell’Anziolavinio, anche se al 21’ Musilli e compagni se la vedono davvero brutta con un calcio rigore per il Ciampino che per loro fortuna Barone manda incredibilmente alle stelle. L’allenatore castellano Francesco Spanu si gioca la carta del portiere di movimento ma da li in poi sarà soltanto tripudio anziate con l’Atletico che ne segna altri due: al 29’ De Franceschi serve il tris con un millimetrico diagonale ed un minuto più tardi è ancora De Marco a servire il definitivo poker con una conclusione dalla distanza.
Hanno detto –
L’allenatore Alberto De Angelis: “E’ andato tutto per il verso migliore, devo ammettere che ad inizio anno non mi sarei mai aspettato che questa stagione si sarebbe conclusa con un trionfo del genere. Oggettivamente noi siamo andati oltre i nostri stessi limiti fisiologici durante il corso del campionato, della coppa e anche in questa finale contro il Ciampino. Sono contentissimo di aver fatto piangere nuovamente il presidente Anastasi come successe a Minturno due anni fa. I ragazzi mi sono stati a sentire e questo è stato davvero importante, credo di essere abbastanza capace di organizzare una squadra, soprattutto sotto il profilo difensivo, poi loro individualmente sono anche bravi quindi ho dovuto lavorare di meno sotto quello offensivo. Ho capito che avremmo potuto vincere questo campionato dopo la partita di ritorno contro la United Aprilia che abbiamo stravinto per 7-1, quella gara a mio avviso ha tracciato un solco netto”.
Il Presidente Giovanni Anastasi: “Un traguardo inimmaginabile, una gioia infinita. Dopo la retrocessione dell’anno precedente eravamo partiti per fare una buona C2, non certo per ritornare subito in C1. Poi il gruppo si è formato piano piano e grazie al mister, grande trascinatore, ci siamo ritrovati a vincere quasi tutte le partite, con l’entusiasmo dei ragazzi che ce l’hanno messa tutta. Voglio ringraziare davvero il nostro allenatore che come dico sempre è l’unico vero professionista della zona. Per il prossimo anno voglio cercare di fare qualcosa di importante per la città, quindi mi darò da fare per cercare anche altre sinergie imprenditoriali nel tentativo di poter fare una C1 a livelli importanti. Anzio se lo merita, è una città dove lo sport trionfa e ce la metteremo tutta per allestire una squadra come si deve e portare il nome di Anzio con onore in giro per la Regione”.
Il Direttore Sportivo Vincenzo Albanesi: “Eravamo partiti con ben altre ambizioni ma alla fine l’identità di questi ragazzi e del nostro grandissimo allenatore ci hanno regalato un sogno. Credo che questo trionfo abbia ancora più valore se si ragiona sul fatto che abbiamo fatto una stagione praticamente a costo zero, perdendo tra l’altro anche elementi importanti rispetto alla passata stagione, su tutti Simone Moncada che è uno da 45 goal a campionato. La squadra però si è adattata alla filosofia del mister e hanno giocato tutti alla grande. Una C1 meritata. Adesso dobbiamo capire se ci sono i presupposti affinchè il prossimo anno si possa affrontare questa categoria in modo importante. Se son rose fioriranno, ripartendo logicamente da Alberto”. Alessandro Bellardini
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