Dopo quattro secoli di storia educativa l’Istituto dei Padri Scolopi di Frascati,la più antica scuola popolare pubblica d’Europa, fondata nel 1616 da San Giuseppe Calasanzio, cesserà la sua attività al termine di questo anno scolastico. La decisone era nell’aria, ma è stata ufficializzata giovedì 11 maggio nel corso di un infuocato incontro pubblico. Ed è stato Ugo Barani, Padre superiore della Provincia Italiana degli Scolopi, a darne l’annuncio, attorniato da alcuni collaboratori, tra la sgomento generale dei genitori degli alunni che frequentano la scuola e dei docenti. “E’ una decisone per noi di grande sofferenza – ha sottolineato Padre Barani – ma, allo stato attuale, non ci sono altre vie d’uscita. Ho presentato la situazione della scuola di Frascati al padre Generale, una situazione che si è fatta insostenibile per il forte deficit e la diminuzione del numero degli alunni. Finchè ha potuto ha pagato la Provincia romana dell’Istituto e poi la Provincia italiana, ma stando così le cose e il notevolissimo deficit non possiamo più andare avanti”. Giustificazioni che non hanno affatto convinto i genitori che hanno così preteso una dettagliata relazione sullo stato dei conti della scuola, quale sia l’effettivo deficit e quali iniziative sono state prese nel corso di questi ultimi anni per evitare di arrivare a questa dolorosa chiusura. Tra scambi di battute accese tra le parti e l’assicurazione che la relazione verrà fatta e che i bambini che frequentano la IV classe della primaria finiranno qui il loro ciclo di studio, si è conclusa l’assemblea, con la consapevolezza che solo un “miracolo” potrà salvare la scuola. Insomma, Padre Barani è stato chiarissimo, e a differenza dal 2012 quando l’intera cittadinanza si mobilitò per far sopravvivere le Scuole Pie, stavolta il destino dell’Istituto sembra ormai essere segnato. Costernato per la decisone si è detto anche padre Martino Gaudisio, dirigente del Calasanzio, che, però non era presente all’assemblea. La scuola paritaria, frequentata da 40 bambini della scuola dell’infanzia e da 72 della primaria, per un totale di 12 insegnanti, avrebbe accumulato un credito di 350 mila euro con l’Ufficio scolastico regionale del Lazio ma sarebbero in arrivo solo 33 mila euro, una goccia nel mare per la sopravvivenza della scuola, nell’attesa di fondi pubblici mai arrivati. Così, solo nel 2016 l’Istituto si è indebitato per 80 mila euro e ci sarebbero più di cinque mesi di arretrati da pagare alle insegnanti. Un macigno, che, come hanno ribadito con forza Padre Barani, l’Ordine non può più sostenere. Ed è così che un pezzo di cuore di Frascati, un patrimonio culturale ed educativo grandissimo, se ne sta andando e fa effetto leggere la targa affissa all’ingresso dell’istituto per ricordare i 400 anni dalla fondazione “durante i quali generazioni di giovani di Frascati e dei vicini Castelli nel nome del Calasanzio, fondatore delle Scuole Pie, furono formati dai padri Scolopi ai valori della fede e della scienza”. Ora che l’istituto sembra inesorabilmente avviato alla chiusura, la sua triste fine è un colpo al cuore per l’intera comunità e per il mondo dell’istruzione del territorio su questo non c’è ombra di dubbio. Verrà, infatti meno un servizio plurisecolare prezioso soprattutto ai bambini più fragili e bisognosi, poiché da anni il Comune di Frascati affida alla cura di questa scuola paritaria bambini in difficoltà e attualmente sono iscritti anche otto alunni con disabilità certificata, il cui sostegno è integrato dalla scuola stessa. Tutto questo patrimonio viene spazzato via dalle lungaggini, dalla burocrazia, dai ritardi con cui ogni anno vengono assegnati i fondi pubblici alle scuole paritarie. Una condizione che, purtroppo, ha inevitabilmente “soffocato” anche l’Istituto Calasanzio e la sua mission, un modello pedagogico che ha “plasmato” tante persone di questo territorio.
18/05/2017