Il Tribunale di Latina, con una sentenza del 2002, accertò l’illegittima occupazione dell’area condannando il Comune di Aprilia al risarcimento, allora quantificato in circa 605 mila euro. La Corte di Appello, nel 2008, in accoglimento dell’appello della società immobiliare e in applicazione del criterio del valore venale, stimò il danno in circa tre milioni e 669mila euro comprensivi del danno da occupazione abusiva, oltre interessi legali sul capitale iniziale di un milione e 260mila euro circa. Avverso la predetta sentenza, il Comune di Aprilia presentò ricorso in Cassazione, accolto nel 2014 con rinvio alla Corte di Appello di Roma.
Quest’ultima, sposando la tesi della Corte di Cassazione, ha ridotto la condanna al risarcimento a circa 20.300 euro, oltre rivalutazione e interessi, che dal 1982, secondo una prima stima, determinerebbe l’importo di 130mila euro circa, oltre alle relative spese processuali liquidate al 50%.