Nel 2016 sono stati ben 574 i reati ambientali contestati (più di 1,5 al giorno) in base alla nuova legge. Tra questi, 70 solo in Campania. La regione con il maggior numero di sequestri è risultata essere la Calabria (43), seguita da Abruzzo, Sicilia e Umbria (17) e, appunto, il Lazio (11). «Anche nel Lazio la legge sta generando legalità – commentano da Legambiente – ora non bisogna abbassare la guardia, sostenendo inquirenti e forze dell’ordine, ma anche i cittadini che sono le prime sentinelle sul territorio contro gli ecoreati».
Nel nostro territorio si contano anche 20 infrazioni contestate, 3 persone giuridiche denunciate e 35 persone note denunciate. Siamo poi al nono posto per infrazioni complessive attestate e, stando sempre ai dati relativi all’anno 2016, emerge come le Arpa aumentato le loro prescrizioni e le asseverazioni per le quali il Lazio, con 157 verifiche documentali, è la seconda Regione.
«Anno dopo anno aumenta l’importanza della legge sugli ecoreati, e anche nel Lazio si sta facendo un buon lavoro, che vede in primo luogo procure e autorità, utilizzare sempre di più questo strumento – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – L’alto numero di contestazioni, sequestri, denunce e verifiche documentali, fa sperare in un nuovo corso di legalità possibile anche nella nostra regione, ma c’è bisogno di tenere altissima la guardia ovuenue, nel sud pontino come nelle aree interne, in ciociaria e nelle aree reatina e viterbese. Il prezzo pagato alla malavita con il vecchio ciclo dei rifiuti ormai tutto sotto processo o inchiesta, con l’abusivismo edilizio, nel ciclo delle acque e della depurazione, è stato e sarà ancora alto e i cittadini devono essere aiutati nell’azione di denuncia; torniamo quindi a chiedere alla Regione di riavviare l’Osservatorio Ambiente e Legalità, come strumento utile proprio ad aumentare le possibilità di prevenzioni dagli ecoreati sul territorio».