PSICOSI DELLA BALENA
La “Balena” è diventata ormai psicosi, un caso esploso dopo la messa in onda, il 14 maggio scorso, del servizio delle “Iene” sul macabro ‘gioco’. E si sta scoprendo così che tanti ragazzini, curiosi verso la “Blue Whale”, autonomamente o in gruppo stanno cercando di scimmiottare l’orrore, tagliandosi braccia e gambe con delle lame, scambiandosi immagini truculente e messaggi inquietanti. Minori, di età compresa tra i 10 e i 16 anni, tutti con una serie di problemi, in larghissima parte a cominciare da quelli di comunicazione con i propri genitori. Tanto che nella maggior parte dei casi a dare l’allarme sono stati gli insegnanti e non le famiglie, che solo successivamente si sono rese conto della situazione. Dalla “Blue Whale” dunque alla scoperta di forme di disagio diffuso, dal fronte penale a quello strettamente sociale.
APRILIA: «CERCAVO ATTENZIONI»
Un minore è stato anche ascoltato in Procura. In questo caso, forse l’unico, erano stati gli stessi genitori a rendersi conto che qualcosa non andava e a temere il peggio. Il ragazzino, 13 anni, di Aprilia, dopo aver avuto dei problemi in una gita scolastica ed essere stato sospeso da scuola, avrebbe cercato di chiedere aiuto simulando appunto la “Blue Whale”, fino a incidersi su un braccio la balena e la scritta “yes” su una gamba. Poi, sentito dallo stesso sostituto procuratore Gregorio Capasso, da una psicologa e dagli investigatori della polizia postale, è emerso che il minorenne non avrebbe avuto alcuna intenzione di togliersi la vita, ma cercava soltanto attenzioni.
MA CHI DAVVERO LI VEDE I PICCOLI?
Vicende analoghe a quelle di due ragazzine, di 10 e 13 anni, una di Norma e l’altra di Latina, di una ragazzina di Fondi, che come il ragazzino apriliano si sarebbe incisa, e di un sedicenne di Cisterna di Latina. Nessun gioco dei suicidi. Solo una montagna di difficoltà. Ogni volta che arriva una denuncia, senza tener conto dei mille allarmi, quasi tutti completamente infondati, lanciati quotidianamente, gli uomini della polizia postale di Latina sono costretti a una corsa contro il tempo. Il rischio che qualche minorenne finisca vittima della “Blue Whale” o di soggetti che potrebbero mettere in piedi un gioco analogo, c’è del resto sempre. Analisi febbrili dei mille contenuti degli smartphone, dei computer e dei tablet. Relazioni in Procura ed eventuali interrogatori. Poi la puntuale scoperta di problemi che i minori hanno di relazione con i propri genitori o tra di loro. Aspetti per cui nulla può fare un magistrato o un ufficio di polizia.
LA RAGAZZINA E I BULLETTI
Ad Ardea è addirittura emerso che una ragazzina, con la scusa della “Balena”, sarebbe stata vittima di molestie da parte, con ogni probabilità, di coetanei. La 14enne è stata infatti inserita in un gruppo WhatsApp chiamato proprio “Blue Whale”. Cancellatasi subito, le sono quindi arrivate minacce di morte per quel suo gesto da due diversi utenti. Un insegnante si è reso conto dell’accaduto e, partita la denuncia, la Postale di Latina si è subito messa in moto, temendo questa volta il reale intervento dei cosiddetti “tutor”, quelli che detterebbero le regole del gioco dei suicidi. Gli investigatori hanno invece verificato che non si trattava di altro che di molestie, forse un gioco andato troppo oltre, compiuto con ogni probabilità da altri due ragazzini utilizzando i cellulari di adulti. Vicenda su cui dovrà compiere approfondimenti la Procura della Repubblica di Velletri, competente per territorio.
LA PROCURA VA AVANTI
L’inchiesta del sostituto procuratore Gregorio Capasso va comunque avanti. La psicosi dilagante sta creando mille difficoltà e gli inquirenti su tale aspetto dovranno appurare se vi siano eventuali responsabili. Senza contare poi che, tra chi scimmiotta la “Balena” e chi è semplicemente curioso verso il macabro gioco, essendo quasi tutti soggetti fragili quelli che si spingono un po’ oltre, il rischio che qualcuno si faccia realmente del male è concreto. Insomma “Balena Blu” specchio di troppi problemi di bambini e adolescenti e di rapporti con le famiglie che troppo spesso non vanno.