Secondo gli inquirenti, il manager avrebbe affidato una serie di lavori a società a lui riconducibili, pagandole anche prima del tempo o più del dovuto. Il 60enne, inoltre, avrebbe fatto una serie di prelevamenti di denaro contante dalle casse della società, lasciando assegni a garanzia. Abbastanza per far ipotizzare a carico di Buonanno i reati di abuso d’ufficio e peculato. Condannato dal Tribunale di Velletri, l’ex amministratore delegato ha impugnato la sentenza. Due anni fa la Corte d’Appello di Roma ha così prosciolto il manager dall’accusa di abuso d’ufficio, per intervenuta prescrizione, visto il tempo trascorso dai fatti, e rideterminato la pena in relazione al peculato in un anno e quattro mesi di reclusione. Buonanno inoltre è stato condannato a risarcire la Tuscolana Servizi, partecipata dai Comuni di Frascati, Ciampino, Colonna e Nemi, costituitasi parte civile, per il danno all’immagine. Inutile il ricorso in Cassazione.
Clemente Pistilli