Durante le indagini, i poliziotti avevano notato che la porta/saracinesca d’ingresso del locale coinvolto dalle fiamme era stata chiusa a chiave. Chiaramente l’origine dell’esplosione era avvenuta all’interno del locale e chi aveva lasciato il liquido infiammabile era la stessa persona che aveva provveduto a chiudere la porta con la chiave.
Di conseguenza quello stesso soggetto aveva la disponibilità della chiave del locale. Subito le responsabilità sono cadute sull’operaio di Aprilia. Il movente che avrebbe spinto il giovane a provocare l’incendio sarebbe stato quello di impadronirsi dell’incasso, quasi 4.000 euro, custodito in una cassetto di una scrivania all’interno del locale. A seguito delle fiamme infatti tutto il mobilio è andato completamente distrutto. Il giovane, che pare avesse difficoltà economiche, qualche giorno dopo l’incendio si è recato a Londra per un viaggio di piacere. L’individuazione dell’autore dell’incendio ha permesso di escludere altre ipotesi “fantasiose” legate alla “longa manus” della criminalità organizzata.