“DIFFUSE ANOMALIE”
L’elenco delle storture evidenziato dall’Anticorruzione è articolato e davvero vergognoso: “Diffuse e generalizzate anomalie” negli appalti, nelle proroghe dell’affidamento del cosiddetto servizio e nelle assunzioni del personale. “Numerosi profili di criticità e di non rispondenza alle previsioni normative e regolamentari”. “Superficialità”, “scarsa competitività nelle procedure”, “carenza di programmazione degli approvvigionamenti”, assunzioni dirette assai disinvolte senza alcuna osservanza delle regole in materia di appalti pubblici. Sul fronte politico-amministrativo, “non puoÌ€ non essere rilevata una significativa carenza di ordine amministrativo del Comune di Latina che, quale socio di maggioranza della società Latina Ambiente, avrebbe dovuto vigilare sulla stessa mediante procedure in grado di assicurare il rispetto delle disposizioni vigenti”. Lo sottolinea l’Anac. Ma l’attuale Amministrazione comunale appare serena: le gravi censure mosse dall’Anticorruzione riguardano il triennio dal gennaio 2013 al dicembre 2015, un periodo in cui il Comune era guidato dall’allora Sindaco Giovanni Di Giorgi e le nomine nella Latina Ambiente non le aveva certa fatte l’attuale Amministrazione.
CAOS E FURBETTI, IL SINDACO VA AVANTI
CON L’AZIENDA SPECIALE
Anche senza l’intervento dell’AntIcorruzione, qualcuno poteva e doveva accorgersi dello scandalo rilevato dall’Anac. Ad esempio, il principale creditore della Latina Ambiente è il Fisco per almeno 9 milioni di euro, tra tasse e contributi. A preoccupare, è invece il solito teatrino della gestione dei rifiuti: la Regione, attraverso l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, rileva la non conformità dei rifiuti in uscita dallo stabilimento di trattamento della Rida Ambiente ad Aprilia, la quale ha chiuso i cancelli. E la stessa Regione, per mano del Presidente Zingaretti, che ordina a quello stesso stabilimento di aprire i cancelli per lavorare i rifiuti, anche di Latina. Il tutto, senza un Piano regionale dei rifiuti. Il Sindaco del capoluogo, Damiano Coletta, guarda avanti sempre più convinto insieme alla sua Giunta che la strada intrapresa è quella giusta: un’azienza speciale per il servizio d’igiene urbana, ovvero un semplice strumento sotto il controllo (vero) del Comune, finalmente affrancata dai soliti giri politico-affaristici che hanno asfissiato Latina e provincia. Dopo la Procura e la Polizia del Questore De Matteis, con diverse inchieste e retate di vari personaggi arcinoti – tra estorsori, usurai, mafiosetti, politici, imprenditori professionisti e funzionari municipali – se n’è accorta anche l’Anac. Ma la palla torna, ancora una volta, alla Procura di Latina e alla Corte dei Conti: a loro l’Anticorruzione ha girato il caso Latina Ambiente per il triennio 2013-2015. Approfondimento sul prossimo numero dell’edizione cartacea de il Caffè di Latina, in distribuzione da giovedì 22 giugno.