Stop al sogno della società “Borgo Ardeatino”. Ad Albano non verrà realizzata la struttura ricettiva progettata dalla srl. Dopo oltre dieci anni di battaglie, tra silenzi degli enti pubblici e contenziosi, il Tar ha bocciato l’ennesimo ricorso della società e avallato la decisione presa il 4 dicembre 2015 dalla conferenza di servizi, che ha detto no alla costruzione del borgo naturalistico e dell’orto botanico nel polo industriale.
Il 12 settembre 2005 venne emesso l’avviso per i progetti da finanziare nell’ambito del “Patto territoriale delle colline romane”. Il successivo 9 gennaio la “Borgo Ardeatino” presentò quello per potenziare servizi e offerta ricettiva ad Albano, prevedendo una struttura da 18.232 metri cubi in un’area agricola. Il “Patto” prevedeva la possibilità di cambi di destinazione d’uso e la srl è andata avanti. Ma i problemi sono stati subito tanti e la società è riuscita a procedere solo a colpi di ricorsi. Poi, nel 2012, il Comune ha fatto marcia indietro sulla variante urbanistica e due anni fa, in conferenza dei servizi, la Regione Lazio ha detto no al progetto, specificando che la zona dove doveva sorgere la struttura ricettiva ha ancora destinazione agricola, che soprattutto è una delle aree ritenute di pregio dal piano territoriale paesistico regionale e che si trova a 700 metri di distanza da un impianto di trattamento rifiuti, inserito nel piano regionale dei rifiuti. Un atto che la “Borgo Ardeatino” ha impugnato, facendo ricorso contro la stessa Regione, la Città Metropolitana e il Comune di Albano. Ma questa volta invano. I giudici amministrativi hanno specificato che i progetti inseriti nel “Patto” possono essere realizzati solo se tutti i soggetti coinvolti nella conferenza dei servizi sono d’accordo. E non essendo così il ricorso è stato rigettato.
Clemente Pistilli