La notte del ballottaggio Mario Savarese, fresco sindaco di Ardea, è riuscito a dormire solo due ore. La serata l’ha passata a festeggiare ma anche, com’è nel suo stile, a riordinare le idee su quali sono le prime urgenze da affrontare una volta varcata la soglia del Municipio. Savarese, che non è mai stato Consigliere comunale e che oggi si trova catapultato in un mondo fatto di interviste, fotografie (che lo imbarazzano profondamente) e telefonate a tutte le ore, ammette candidamente di non aver ancora realizzato a pieno quello che gli è successo. Noi lo abbiamo intervistato il giorno dopo la vittoria alle urne.
(intervista di Martina Zanchi)
Da ieri sera lei è il nuovo sindaco di Ardea. Come ci si sente?
«Se le dicessi che per me non è cambiato niente non credo mi crederebbe. In realtà il mio stato d’animo non è cambiato, forse perché ancora non mi sono reso conto fino in fondo. Certo, c’è soddisfazione perché il lavoro è stato tanto. Per ora però sto vivendo in uno stato di quasi normalità, a parte per le decine di telefonate che ricevo. Forse solo quando indosserò la fascia capirò davvero quello che mi sta succedendo».
Ha dormito stanotte?
«Ho dormito benissimo, ma soltanto due ore. Ieri dopo i festeggiamenti in piazza ci siamo riuniti in casa con gli amici e i neo consiglieri, abbiamo festeggiato ma abbiamo anche parlato di quello che ci aspetta».
Di chi è stata la prima telefonata che ha ricevuto dopo aver saputo di aver vinto?
«Me la ricordo bene: è stata quella di Virginia Raggi».
Cosa le ha detto?
«Si è complimentata con me. Io come uno sciocco ho cominciato a parlarle delle criticità di Ardea, ma poi mi sono reso conto che ne stavo parlando a una che deve occuparsi di Roma!»
Era la prima volta che la sentiva?
«Sì, la prima volta».
Qual è stata, invece, la telefonata più gradita?
«Mi hanno telefonato in tanti tra quelli che ci seguono dal Movimento. Da Michele Giarrusso alla segreteria di Luigi Di Maio, per darmi un appuntamento. Con lui, che è il responsabile del M5s per gli enti locali, ci incontreremo presto alla Camera dei Deputati».
“‹Qual è stata la cosa più assurda che le è accaduta durante queste elezioni?
«Beh, direi le voci che sono state messe in giro su di me. All’inizio cose piuttosto soft. Poi sono iniziate maldicenze più pesanti: che io avrei molteplici amanti, che sarei un alcolista, che sarei solito fare a botte, che addirittura sarei dedito allo spaccio di droga. Questo è avvenuto in particolare negli ultimi giorni, quando è stato messo in giro quel manifesto in cui ci si accusava di voler fare “piazza pulita” alle Salzare. Una falsità».
Il momento più difficile?
«La difficoltà è stata quella di organizzare una campagna di impatto e di incontro con i cittadini con le scarsissime risorse a nostra disposizione. Quando siamo arrivati al ballottaggio eravamo già a corto di finanze. Con gli ultimi soldi che ci erano rimasti, raccolti grazie all’autofinanziamento, siamo riusciti a stampare solo 50 manifesti che sono bastati appena per le plance a nostra disposizione».
Da pensionato lei è diventato il sindaco di un Comune di quasi 50mila abitanti. Da oggi in poi sarà sempre sotto i riflettori. Come vive questo cambiamento?
«Questo effettivamente mi preoccupa un po’. Io sono abituato a lavorare da solo o con poche persone intorno, così riesco a concentrarmi. È una dimensione a cui mi dovrò abituare, perché oltre al carico di responsabilità questo significa che non avrò più tutto il tempo a disposizione per dedicarmi ai vari problemi. Spero fortemente nella collaborazione della squadra, nella quale confido molto».
Al netto dei nomi dei vostri assessori, che ancora non volete rivelare, quale sarà la forza della sua squadra e della sua azione di governo?
«Sarà una giunta fatta di persone tecnicamente preparate e all’altezza. Ci sarà il giusto equilibrio tra politica e competenza. Tutti i futuri assessori conoscono bene il territorio e sono nati o vivono da moltissimo tempo ad Ardea. Molti, infatti, sono ben conosciuti in città per la loro attività professionale. Non abbiamo chiamato nessuno di esterno».