Bancarotta fraudolenta, assolto imprenditore di Cisterna
Assolto. Si è concluso così, davanti al Tribunale di Roma, il processo per bancarotta fraudolenta e per distrazione a carico di Angelo Fanfarillo, imprenditore di Cisterna, più volte finito sotto accusa per reati societari e fiscali e imputato tanto per il tentato omicidio del vice comandante della Guardia di finanza della brigata di Cisterna, Gaetano Reina, quanto con l’accusa di aver cercato di corrompere i testimoni di tale processo. Stessa sentenza per la coimputata M.P.C., ritenuta insieme a Fanfarillo amministratrice di fatto della società di servizi fallita Esperia, un crac che nel 2007, dunque dieci anni fa, sarebbe stato accompagnato da bancarotta appunto, facendo sparire 600mila euro e i mezzi di proprietà dell’azienda. Una decisione quella dei giudici di piazzale Clodio giunta dopo che il pm aveva chiesto 5 anni di reclusione per Fanfarillo e tre e mezzo per la coimputata e dopo che, per la stessa vicenda, l’amministratore di diritto della società aveva patteggiato la pena a due anni di reclusione, puntando il dito contro l’imprenditore di Cisterna. La tesi difensiva, sostenuta dagli avvocati Maria Teresa Ciotti e Giuseppe Fevola, sull’estraneità degli imputati alla vicenda, alla fine ha prevalso.
Secondo gli inquirenti, Fanfarillo non sarebbe altro che un “faccendiere”, operante prevalentemente tra Latina e Cisterna, titolare in via diretta e tramite prestanome di svariate attività economiche, pronto anche a ordinare l’uccisione di un sottufficiale delle Fiamme gialle solo perché, con le sue indagini, era un ostacolo per gli affari. Un episodio esaminato anche dall’Antimafia nell’ambito delle indagini che hanno portato al processo “Mafia Capitale”. Tanto che, nell’arresto per corruzione di testimoni, la stessa questura sottolineò che erano emersi “contatti tra il Fanfarillo, attraverso una delle sue tante attività economiche, per lo più intestate a soggetti di comodo, e alcune cooperative della “galassia” riconducibile ai noti Buzzi e Carminati, coinvolti nell’indagine denominata “Mafia Capitale”, attraverso un sistema di false fatturazioni, ciò benché egli non sia stato indagato in quel procedimento”. Ora però, nel processo sulla bancarotta Esperia, è arrivata l’assoluzione.
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