Sempre la stessa zona, quella che quattro anni fa è stata teatro di un’altra rilevante operazione dei carabinieri di Pomezia: era stata denominata “Dune selvagge” proprio per l’ambientazione, diciamo così, “mediterranea” del blitz antidroga. Oggi però quella piazza di spaccio, nonostante gli arresti, esiste ancora. Così, poco prima del tramonto di sabato, aspettando che la maggior parte dei bagnanti si fosse allontanata dalla spiaggia e assicurandosi di prendere con le mani nel sacco gli spacciatori, i carabinieri pometini coadiuvati da quelli della stazione di Torvaianica hanno fatto irruzione in riva al mare e hanno messo le manette ai polsi ai quattro soggetti ritenuti coinvolti nello smercio di hashish e marijuana. Gli acquirenti, tra i quali anche alcuni minorenni, sono stati tutti identificati per la segnalazione in Prefettura.
I pusher marocchini hanno cercato di scappare e di opporre resistenza all’arresto, ma in poco tempo sono stati fermati e ammanettati. Il bilancio del blitz è di 700 grammi di hashish e marijuana sequestrati, oltre a 400 euro in contanti e coltelli a serramanico e bilancini di precisione, che servono a pesare le dosi da smerciare. I quattro arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Velletri con l’accusa di detenzione di droga, vendita anche a minorenni e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Un blitz che si inquadra nell’ambito di una serie di arresti messi a segno dai carabinieri di Pomezia nella zona di Trigoria nei giorni scorsi. Ben dieci le persone arrestate negli ultimi due mesi, tra marocchini, italiani e albanesi. Tre di questi vivevano proprio nella zona di Campo Ascolano.
Operazioni, queste, che a seguito del blitz di ieri assumono una luce diversa e sembrano testimoniare che nuove dinamiche criminali sono in corso all’ombra della macchia mediterranea.
M.Z.