«Temiamo non sia sufficiente limitarsi ad inoltrare reclami ricevuti dai pendolari, dei quali siamo stati messi a conoscenza dalla segreteria dal sindaco successivamente all’incontro, occorrerebbero invece azioni incisive ed infatti poco è cambiato nelle interlocuzioni con l’assessorato regionale competente, che stiamo con difficoltà gestendo senza il sostegno auspicato da parte dell’amministrazione comunale». Arriva a stretto giro la risposta del Comitato Pendolari Pomezia al sindaco Fabio Fucci, a cui avevano inoltrato la richiesta di un impegno maggiore per la tutela dei diritti e della sicurezza di chi frequenta la stazione di Santa Palomba. Il sindaco di Pomezia aveva risposto di non essere rimasto immobile, ma di aver inoltrato costantemente alla Regione Lazio le richieste dei pendolari. Ma a quanto pare gli utenti dello scalo di Pomezia dall’amministrazione comunale si aspettano altro.
A partire dal miglioramento del trasporto pubblico che, denunciano i pendolari, non concede neanche 5 minuti di “tolleranza” rispetto all’orario di arrivo dei treni e la cui partenza forse dovrebbe essere posticipata. «Un intervento del Comune sarebbe a nostro avviso doveroso – commenta il Comitato – per contribuire al miglioramento di una infrastruttura importante per la cittadinanza di Pomezia, incentivando conseguentemente il trasporto pubblico e contribuendo responsabilmente ad una mobilità sostenibile nel comune. La stazione ferroviaria rappresenta un biglietto da visita per la città, una risorsa per il territorio e chi lo vive, come tale andrebbe considerata e valorizzata da un’amministrazione attenta». E lamentano in particolare le condizioni di degrado e abbandono in cui versa la stazione, popolata da prostitute e insozzata da discariche abusive nei dintorni. Numerose, inoltre, le segnalazioni di atti vandalici contro le auto parcheggiate dei pendolari. Il sottopasso da Roma 2 alla strada della stazione, inoltre, verserebbe nuovamente in condizioni insostenibili. «Le istanze sottoposte direttamente al Comune di Pomezia sono solo ed esclusivamente quelle di afferenza e in merito a ciò chiediamo riposte mirate e atti concreti, dopo un silenzio durato oltre tre mesi dall’incontro». «Saremmo ben lieti di prendere atto di iniziative volte a garantire un servizio consono perlomeno agli standard minimi di sicurezza, efficienza e decoro, magari sensibilizzando e coinvolgendo ulteriori enti preposti, ma ad oggi nulla o quasi è accaduto nostro malgrado».