Questa è la storia di due donne che più diverse non potrebbero essere. La prima era una poverissima contadina nata il 6 febbraio del 1933 a Littoria. L’altra aveva origini nobiliari ed era nata a Bruxelles seppure fosse cittadina britannica. La contadina italiana venne iscritta per prima nel registro dei nati nella sua città. La nobile inglese sarebbe stata iscritta nell’albo degli Oscar, avrebbe stupito il mondo con il suo fascino irresistibile e sarebbe diventata un’icona di eleganza che sopravvive ancora oggi. Questa è una storia di coincidenze e malintesi, che lega le due donne, altrimenti distanti anni luce nel loro cammino, ad un abito da sposa. Perché questa è anche la storia di due amori. Il primo coronato con un matrimonio durato una vita, il secondo interrotto tra il clamore e i flash del gossip mondiale. Questa è la storia che unisce la giovane contadina Amabile Altobello, tutt’oggi residente a Borgo Carso e la diva nascente, poi divenuta una star assoluta Audrey Hepburn.
La “prima nata” di Littoria
La storia comincia proprio il giorno della nascita di Amabile Altobello che avviene a pochi mesi dall’inaugurazione di Littoria. Non era veramente la prima nata della città, in realtà era la terza, ma venne iscritta per prima nel libro delle nascite poiché il suo nome e cognome cominciavano per la A. Essendo questa una storia che si è formata durante una vita intera, bisogna fare un salto di vent’anni per giungere al prossimo passo che unirà per sempre queste due donne nel loro destino. Siamo nel 1952 e la Hepburn è una stella nascente del cinema mondiale e si appresta a girare il film che sarà molto caro al nostro paese: “Vacanze Romane”.
L’amore finito
È fidanzata con l’industriale inglese di grande successo, molto noto nell’ambiente conservatore e sta per sposarlo. L’attrice commissiona l’abito nuziale alle sorelle Fontana, l’atelier romano che avrebbe rivoluzionato e per certi versi anche inventato la moda moderna e lo stile del vestire femminile. E’ un abito bellissimo, un trionfo di eleganza e sobrietà in satin avorio che senza apparire sontuoso è veramente degno di una principessa. Ma la cerimonia – già annunciata come uno dei più grandi eventi mondani del tempo – salta perché la diva decide di annullare le nozze. Nel restituire l’abito la Hepburn esprime il desiderio che venga regalato ad una ragazza bisognosa e le sorelle Fontana lo custodiscono gelosamente per diversi anni a Roma. Fin qui, le storie della contadina e la diva non hanno nessun punto di contatto, ma nel 1960 accade qualcosa di veramente inatteso, così come ce lo racconta Marisa Soldà, la figlia Amabile Altobello (che oggi ha oltre 80anni).
Il racconto della figlia
“Tutto nasce da una trasmissione radiofonica della Rai che si chiamava ‘Soli contro tutti’, condotta da Mario Riva in cui le città si sfidavano in alcuni giochi radiofonici. Latina vinse una puntata e l’allora vicesindaco D’Erme chiese come premio una ‘serenata per la prima nata della città’. E da quel che risultava si trattava di mia madre. Lei apprese questo fatto ascoltando da una piccola radiolina regalata da un amico a mio zio e che la famiglia era solita ascoltare riunita nella casa di Borgo Carso. Superata l’incredulità generale mia mamma venne convocata prima in Comune e poi agli studi della Rai dove ebbe un colloquio con gli autori del programma e il presentatore Mario Riva. Mia madre all’epoca aveva 27 anni e Riva quasi subito le chiese come mai una ragazza di quella età non fosse ancora sposata (fatto rarissimo per il tempo).
La sposa contadina
Lei rispose che la sua famiglia era molto povera e che aveva sette fratelli. Il fidanzato lo aveva ma non aveva i mezzi per potersi permettere un abito da sposa, la cerimonia e di arredare casa. Da qui, l’idea di Riva di organizzare per lei un matrimonio degno di una principessa come premio per il concorso”. L’umile famiglia viene circondata di attenzioni e regali da parte di grandi aziende (l’Eni, per esempio regalò la cucina mentre il grande sarto Valentini confezionò un abito appositamente per lo sposo e la Rai organizzò un viaggio di nozze a Parigi). “Le sorelle Fontana si ricordarono di quel vestito rimasto chiuso per tanti anni in un cassetto – racconta ancora Marisa Soldà – e decisero di riadattarlo e donarlo a mia madre. Ma nessuno sapeva che quello era l’abito delle nozze mancate di Audrey Hepburn.
Un matrimonio da principessa
La cerimonia fu un vero evento. Celebrata dal vescovo, seguito dai giornali e dalle radio, gli sposi ebbero perfino i saluti della Santa Sede e la benedizione di Papa Roncalli. E con questo bellissimo ricordo i miei genitori e la mia famiglia hanno vissuto serenamente fino al 2002. In quegli anni, si venne a sapere da una trasmissione televisiva e da alcuni giornali che gli eredi della famiglia Fontana avevano cominciato a cercare quel vestito da sposa perduto e che nessuno sapeva dove fosse finito.
La ricerca dell’abito perduto
Venne pure inoltrata una richiesta al sindaco di allora – Vincenzo Zaccheo – per aiutare a rintracciare la prima nata di Littoria e chiedere la restituzione del vestito (come già avevano fatto gli eredi di attrici e principesse che avevano vestito abiti “Fontana” negli anni) ma quando è venuto a saperlo, mia mamma non ha voluto ridare il vestito”. Del resto, principesse e dive avevano vestite nel tempo dalle sorelle Fontana avevano avuto tante cose belle dalla vita, mentre per la signora Amabile quell’unico giorno da principessa non sembrava avere prezzo. In seguito però la signora Altobello deciderà di vendere l’abito alla casa d’asta “Sotheby’s” di Londra che prima lo esporrà in alcune gallerie parigine per poi metterlo in vendita nel 2009. La famiglia Soldà ricevette in cambio dell’abito 12mila euro. “Ripensandoci oggi – dice la figlia Marisa – è stato un peccato perché quell’abito non aveva prezzo. Ma le cose sono andate così”. Da allora, il rapporto che il destino aveva intessuto tra queste due donne lontanissime tra loro sembra estinto. Ma in realtà, l’abito “perduto” della Hepburn è tutt’oggi noto come uno dei vestiti da sposa più belli ed importanti di sempre. E il nome di Amabile Altobello sarà per sempre legato alla sua incredibile storia, lunga una vita.
Ivan Eotvos