Ci sono versioni non coincidenti nella ricostruzione del tentato furto e conseguente omicidio. Il 47enne era andato a casa del padre perché era scattato l’antifurto. Una volta giunto in via Palermo, avrebbe notato una persona che si aggirava nel giardino. Da questo momento in poi la ricostruzione del 47enne non coinciderebbe coi rilievi effettuati dalla Scientifica.
Palumbo avrebbe ammesso di aver sparato al ladro che gli veniva incontro: sentendosi minacciato ha mostrato dapprima la pistola, ma questo non avrebbe fatto desistere il ladro. A quel punto sono partiti i colpi. Due dei quali hanno attinto il presunto ladro, Domenico Bardi, 41enne campano, rimasto a terra privo di vita.
La Scientifica, giunta sul posto, ha trovato il corpo del 41enne sotto al palazzo, dove erano presenti sei bossoli. I due colpi mortali hanno raggiunto il ladro alle spalle, sull’emitorace sinistro, colpi sparati da una decina di metri di distanza come ipotizzato dal medico legale, Tommaso Cipriani. Ma solo l’autopsia potrà chiarire cosa è accaduto davvero. Appoggiato alla parete della palazzina c’era una scala a pioli, probabilmente usata dal ladro – o forse più di uno – per introdursi nell’appartamento della famiglia Palumbo al primo piano. C’è stato un conflitto a fuoco? I colpi sono partiti sia dalla pistola del presunto ladro sia da quella dell’avvocato? Il Pm Simona Gentile sta cercando di far luce su una vicenda davvero complicata.