Che alle alla base del buon funzionamento di una macchina amministrativa come quella comunale ci sia bisogno di regole chiare che offrano un margine di interpretazione il più sottile possibile è una constatazione universalmente condivisa. E per regole, nel caso specifico, si intendono appunto i regolamenti comunali, atti che vanno a disciplinare il rapporto tra l’ente e la cittadinanza sugli aspetti più disparati. Su questo fronte, il buco normativo, o meglio la voragine, riguardante il Comune di Latina aveva assunto proporzioni notevoli. «Regole poco chiare o assenti, che lasciavano spazio alla discrezionalità», commenta Dario Bellini, capogruppo di Latina Bene Comune in consiglio. Discrezionalità che, stando al “case study” italiano, spesso spianano la strada ad una gestione clientelare. Per questo i civici guidati da Damiano Coletta hanno prima di tutto, sin dall’inizio della consiliatura, acceso un faro sull’universo regolamenti. Un lavoro tra articoli e commi difficilmente spendibile sul piano della comunicazione dei risultati e che ha rallentato non poco la tabella di marcia. Ma che è stato utilizzato più volte come scudo contro le frecce scagliate dai banchi dell’opposizione riguardo l’ingessatura dell’azione politica. Sono 16 – tra quelli già approvati, in via di definizione e quelli ancora in fase di discussione – i regolamenti transitati da luglio 2016 nelle commissioni consiliari. Molti perché datati, altri per essere redatti ex novo. Su tutti quello sugli impianti sportivi, appena approvato, che – almeno sulla carta – dovrebbe mettere fine ad una gestione quantomeno opaca delle strutture di proprietà del Comune in concessione ai privati. Oltre a quest’ultimo, quelli già approvati in via definitiva sono 9: regolamento su toponomastica, orti urbani, accesso agli atti, ludopatia, incarichi esterni, sponsorizzazioni e contributi; infine lo Statuto del Comune e il regolamento del consiglio comunale, sul fronte delle regole interne all’amministrazione. Tra quelli invece che stanno per essere licenziati c’è quello sui “beni comuni”, che dovrebbe porre le basi per l’entrata in vigore del cosiddetto baratto amministrativo. E ancora i regolamenti su consulenze, videosorveglianza e forum, e quello per l’istituzione della Casa della città. In agenda anche un nuovo regolamento edilizio, da abbinare alla riproposizione in variante dei piani particolareggiati annullati e alle nuove norme regionali di rigenerazione urbana. Insomma – rispolverando per un secondo il “lessico” della campagna elettorale – nel “nuovo libro” promesso da Coletta, il primo capitolo di questi quindici mesi vede come snodo principale quello dei regolamenti. Che sia una scelta troppo integralista, al momento difficilmente percepibile dai latinensi? «A chi ci accusa di voler ‘burocratizzare’ oltremodo la macchina amministrativa – rammenta Bellini – sarebbe bene ricordare che un bagaglio di regolamenti costituisce la base per una politica virtuosa. Ci reputiamo una maggioranza che riesce a scindere i teatrini politici dai veri interessi dei cittadini. E questo lavoro sulle regole darà i suoi frutti».
• Toponomastica
• Orti urbani
• Accesso agli atti
• Ludopatia
• Incarichi esterni
• Sponsorizzazioni
• Contributi
• Statuto del Comune
• Regole interne all’amministrazione
• Impianti sportivi
• Baratto amministrativo
• Consulenze
• Videosorveglianza
• Forum
• Istituzione della casa della città
• Edilizio
Alessandro Martufi