Si inasprisce lo scontro tra cittadini organizzati e istituzioni sull’ok della Regione alla realizzazione dell’impianto di trattamento rifiuti proposto dalla società Cogea nel territorio di Torre Maggiore. Nell’assemblea pubblica del 28 ottobre l’associazione Latium Vetus ha annunciato il ricorso al Tar, a cui si sono uniti anche alcuni cittadini del quartiere Roma 2 e di Santa Palomba. L’associazione e i cittadini hanno impugnato la Valutazione di Impatto Ambientale positiva sul progetto espressa dalla Regione Lazio l’11 luglio scorso.
“Il progetto legato a Cogea sarà estremamente impattante – dichiara Giacomo Castro, presidente dell’associazione Latium Vetus – l’atto impugnato dalla nostra Associazione, ci tengo a sottolineare, unitamente ai cittadini di Roma 2 e Santa Palomba che hanno dato vita nei mesi scorsi ad una sottoscrizione pubblica per la raccolta dei fondi necessari alle spese legali, è stato lungamente esaminato dai nostri tecnici ed avvocati. Nella determinazione regionale la variante impiantistica (frutto della cd. ‘trattativa’ – dell’amministrazione comunale di Pomezia, ndr -) viene descritta come un “impianto in diminuzione”, perciò meno impattante dal punto di vista ambientale, e questo appare assolutamente in contrasto con la realtà: i quantitativi di rifiuti annui rimangono i medesimi, addirittura aumenta il numero delle biocelle (le cisterne dove verranno lavorati i rifiuti), si lascia inoltre aperta la porta alla realizzazione in futuro della sezione anaerobica per la produzione e combustione del biogas, ma soprattutto, l’atto impugnato sembra non tenere minimamente conto della proposta di vincolo paesaggistico che è stata ratificata il 18 maggio scorso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, che introduce una normativa di tutela su un area di circa 2000 ettari fra Pomezia ed Ardea”.
“Il progetto legato a Cogea sarà estremamente impattante – dichiara Giacomo Castro, presidente dell’associazione Latium Vetus – l’atto impugnato dalla nostra Associazione, ci tengo a sottolineare, unitamente ai cittadini di Roma 2 e Santa Palomba che hanno dato vita nei mesi scorsi ad una sottoscrizione pubblica per la raccolta dei fondi necessari alle spese legali, è stato lungamente esaminato dai nostri tecnici ed avvocati. Nella determinazione regionale la variante impiantistica (frutto della cd. ‘trattativa’ – dell’amministrazione comunale di Pomezia, ndr -) viene descritta come un “impianto in diminuzione”, perciò meno impattante dal punto di vista ambientale, e questo appare assolutamente in contrasto con la realtà: i quantitativi di rifiuti annui rimangono i medesimi, addirittura aumenta il numero delle biocelle (le cisterne dove verranno lavorati i rifiuti), si lascia inoltre aperta la porta alla realizzazione in futuro della sezione anaerobica per la produzione e combustione del biogas, ma soprattutto, l’atto impugnato sembra non tenere minimamente conto della proposta di vincolo paesaggistico che è stata ratificata il 18 maggio scorso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, che introduce una normativa di tutela su un area di circa 2000 ettari fra Pomezia ed Ardea”.
29/10/2017