“Non è più accettabile che se si entra in una struttura pubblica, se si paga si fanno le analisi il giorno dopo, se non si può pagare magari arrivano dopo 4, 5 o 6 mesi”. Parole che offrono uno spaccato sullo stato della sanità pubblica laziale (ma non solo) e che sono state pronunciate direttamente da Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio nonché commissario ad acta in materia di sanità, in occasione del lancio del nuovo Piano per l’abbattimento delle liste d’attesa approvato la scorsa estate. Lo scenario, su cui si dibatte non certo dall’altro ieri, è quello di un sistema sanitario a due velocità: liste d’attesa interminabili per prestazioni in esenzione contrapposte a tempi quasi “svizzeri” per quelle a pagamento. Il Caffè ha provato a tracciare un primo bilancio per il distretto di Latina, contattando direttamente il Cup regionale, piattaforma operativa tramite la quale si possono prenotare le prestazioni sanitarie. E il quadro che emerge è un film già visto e che non è cambiato con il piano varato dalla Regione per il triennio 2017-2018: ancora liste chiuse o infinite per gli esami gratuiti, ma intramoenia scandita da tempi più che celeri. Eppure l’atto, oltre a vedere un investimento di 10 milioni (1,8 per la Asl di Latina) per le prestazioni nei festivi e orari prolungati fino alle 22, dava un indirizzo chiaro: sospendere o ridurre la libera professione interna alle strutture pubbliche per riportare nei limiti di legge i tempi d’attesa per le prestazioni in esenzione. Il fronte pontino rappresenta un’attendibile cartina tornasole per valutare la bontà delle operazioni messe in campo con il piano varato dalla Regione. Risulta difficile dire se a Latina si sia mosso qualcosa solamente leggendo i report sui tempi di attesa pubblicati dal Cup regionale: c’è allora chi già più di un mese fa aveva preso carta, penna e ricette mediche per verificare personalmente e ha lanciato un campanello d’allarme. Si tratta di Vincenzo Armeni, attivista che da anni organizza dei presidi in giro per Latina con i suoi cartelloni, su cui denuncia o riprende storture varie dell’universo della sanità. Proprio sulla scia della sua denuncia abbiamo deciso di verificare quella che è una vera e propria forbice a livello di tempistiche tra visite gratuite e a pagamento. Al Goretti, infatti, pagando la prestazione sanitaria è possibile accedere ad una visita neurologica, reumatologica e urologica in 1-2 giorni, mentre in esenzione bisogna attendere fino a settembre 2018; oppure fino a luglio per una visita diabetologia, quando invece in intramoenia l’attesa è di due giorni. Liste chiuse per visite oculistiche, cardiologiche, dermatologhe e ginecologiche, ma anche per gastroscopie ed ecografie (addome, ostetrica, capo e collo, tiroide, mammella); constatazione che stride con i pochi giorni necessari a vedersi assegnare, anche per questi esami, un appuntamento a pagamento. E che stride inoltre con il diktat arrivato da Roma circa una frenata della libera professione interna a favore dei servizi pubblici. Ma su questo terreno, la strada a Latina sembra essere ancora lunga ed in salita.
Alessandro Martufi
16/11/2017