“Al termine di una stagione straordinariamente siccitosa, ci troviamo ad affrontare una crisi che mai, né nei 45 anni di storia della Fondazione né nei precedenti 60 anni di gestione di Ninfa da parte della Famiglia Caetani, si era presentata così drammaticamente”. È l’inizio di una lettera che la Fondazione Caetani ha inviato alla Regione, un vero e proprio grido d’allarme per una eccellenza italiana, i giardini di Ninfa e l’area naturale di Pantanello.
“Ci risulta che il Lago abbia subìto ad oggi un abbassamento del livello medio ordinario di circa un metro e mezzo; si tratta di una massa d’acqua assolutamente ferma, non riuscendo a sfiorare in nessuno dei suoi punti di uscita verso il fiume a causa della scarsissima alimentazione da parte delle sorgenti subacquee e ripariali, e presenta sostanzialmente un tempo di ricambio infinito, con evidenti problemi di innalzamento critico del carico trofico delle acque. Nello stesso tempo il fiume non può più essere definito tale, venendo a mancare l’elemento principale per applicare tale definizione: lo scorrere dell’acqua; la flora subacquea è fortemente regredita ed anche la fauna (in particolare la Trota macrostigma, oggetto di un recente progetto di rinvigorimento della popolazione con finanziamenti della Provincia di Latina) è fortemente minacciata di scomparire”.
A causa dell’abbassamento del livello di saturazione del terreno il Giardino è in fortissima sofferenza. Le aree umide di Pantanello, realizzate con l’impiego di cospicue risorse finanziarie pubbliche – circa 3.000.000 di euro di finanziamenti regionali, del Governo centrale e comunitari – ed esempio unico di ricostruzione di un paesaggio umido naturale in terreni da un secolo dedicati alla produzione agricola, sono al momento scomparse, lasciando spazio a radure asciutte e oramai prive della ricca ornitofauna che vi si era insediata.
“A questo punto non è più rinviabile una riflessione comune sul modello di gestione della risorsa idrica, unico punto all’ordine del giorno di un auspicabile tavolo tecnico-politico che affronti con estrema urgenza questo problema”, scrive il Presidente della Fondazione Caetani Pier Giacomo Sottoriva. È giunto il momento di capire se è possibile introdurre nuovi modelli o passivamente affidarsi al destino, in considerazione di ciò che i cambiamenti climatici minacciano di ripetere nel breve futuro”.
“In mancanza di modificazioni dello stato di cose, il sistema sorgente-lago è destinato a scomparire in tempi brevi. Anche con un intervento tempestivo di alleggerimento del sistema di prelievi il Lago impiegherà almeno un paio di anni per riacquisire la sua floridità idraulica, e nel frattempo dovremo capire cosa sarà degli ecosistemi che da esso dipendono. È per questo motivo che, anche come proprietari del Lago, oltre che come gestori del Monumento Naturale Regionale all’interno del quale è situato il Lago, chiediamo con urgenza di un tavolo tecnico che assuma decisioni responsabili.”
“Ci aspettiamo – conclude la lettera – una risposta pronta ed altrettanto responsabile e restiamo a disposizione per quanto si potrà collaborare”.