DOVE SCELGONO DI DORMIRE
Alcuni da tempo si sono posizionati presso la vecchia sede del mercato a due passi dal centro storico. Per cercare di farli andare via, oltre un anno fa, in Comune avevano pensato di occupare il gradone che usano per stendere i materassi al riparo dalla pioggia con grandi e pesantissimi vasi decorativi. Ma da quel portico i senzatetto non se ne sono mai andati, anzi, ora che il freddo aumenta e i posti nei ricoveri notturni diventano pochi, ecco che si moltiplicano. Sono prevalentemente stranieri, dell’est Europa (Romania, Polonia, Ucraina per lo più), ma ci sono anche cittadini bengalesi, nord e centro africani. In particolare, i tunisini hanno occupato il vecchio campo nomadi di viale XXIV Maggio, proprio di fianco all’università. Ci sono poi i “baraccati”, che vivono lungo i canali di bonifica. Molti di loro hanno visto i loro villaggi di stracci evaporati tra vampate di fiamme negli incendi boschivi di questa estate. Oggi sono sparpagliati e hanno creato ripari di fortuna lungo le grandi strade d’ingresso della città, come in via Isonzo, dove si sono barricati, coperti da un boschetto, con tanto di cancello e recinzioni.
AL CALDO… SOLO IN INVERNO INOLTRATO
Il freddo è brutto e pungente, quando arriva l’inverno e il Comune ha già annunciato che “entro il 21 dicembre si riaprirà il dormitorio per l’emergenza freddo di via Milazzo”. “Quest’anno – ha spiegato l’assessora ai servizi sociali di Latina Bene Comune, Patrizia Ciccarelli – non abbiamo stanziato molte risorse in più rispetto ai circa 35mila euro dell’anno scorso, ma siamo più tranquilli perché disponiamo di economie supplementari da parte di altri servizi per poter fare cose che non sono di nostra competenza”. Tra il dormitorio che funziona tutto l’anno situato di fianco allo stadio Francioni (che ha circa 30 posti letto) e quello che sarà il campo provvisorio di via Milazzo, presso l’ex asilo ci saranno circa 80/90 posti letto in complessivo, il che dovrebbe porre un argine quasi definitivo al problema.
IL PERCHé DEL RITARDO
Ma la vera criticità del sistema resta sempre la tempistica, perché il freddo è già iniziato mentre l’iter per aprire il centro notturno straordinario è ancora in uno stato embrionale. “L’anno scorso abbiamo aperto prima degli altri anni, perché spesso nelle precedenti amministrazioni si partiva dai primi di gennaio. Quest’anno contiamo di eguagliare se non di anticipare quei tempi” spiega la Ciccarelli. Per quanto presto sia stato fatto lo scorso anno, infatti, non è stato abbastanza per evitare che un senzatetto morisse di freddo davanti alla Chiesa Immacolata di Latina, pochi giorni prima del rifugio di via Milazzo. Se si chiede all’assessore come mai non si preveda di aprire prima questi centri, visto che il freddo arriva tutti gli anni risponde: “il personale è davvero sempre troppo poco nei servizi e c’è un ordine di priorità in questo settore che ti porta a correre continuamente. Stiamo cercando di ottenere risultati accettabili, ma le confesso che questo è uno di quei problemi che già da ottobre iniziano a togliermi il sonno”. Non è della stessa opinione Sergio Sciaudone, militante comunista e attento conoscitore del mondo dei “clochard” da sempre. Lui gira di notte e li cerca, portico dopo portico da anni. “Non c’è nessun monitoraggio, non troverete mai nessuno che si occupa di queste persone. Poi, quando ci scappa il morto, tutti si accorgono per qualche mese di questo mondo. E’ un film che ho già visto da diverso tempo e ogni assessore o quasi ha qualche morto di freddo sulla coscienza”.
I.E.