Le ordinanze cautelari sono state eseguite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Nettuno che ha proceduto anche ad effettuare perquisizioni domiciliari presso le residenze degli indagati sequestrando denaro e beni personali.
I funzionari doganali hanno dato esecuzione all’ordinanza sia presso la Direzione Generale della Motorizzazione, con il sequestro di 268 targhe e relative carte di circolazione, sia presso tutti gli Istituti Bancari nei quali gli indagati sono risultati titolari di rapporti di c/c o di altra forma di disponibilità finanziaria.
L’organizzazione, con sede ad Anzio, disponeva di una società “vetrina” attraverso la quale le autovetture venivano ordinate e vendute e di alcune altre società “cartiere” che procedevano agli acquisti delle autovetture da fornitori UE e nazionali. Il tutto gestito all’interno di una sede, sconosciuta all’Amministrazione, dove è stata rinvenuta copiosa documentazione delle società coinvolte che sono state utilizzate nel tempo con la stessa funzione di cartiere. Il mancato assolvimento di imposta è avvenuto attraverso due principali metodologie di frode: emissione di false dichiarazioni d’intento, in mancanza dello status di esportatore autorizzato; utilizzo improprio della procedura di immatricolazione riservata ai privati per le autovetture acquistate nella UE tramite la produzione di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, resa nei termini del D.P.R. n. 445/2000.