Apparentemente è una notizia clamorosa: le bollette degli utenti di Acqualatina, almeno di quelli meno abbienti, diminuiranno grazie all’utile riportato dalla società nell’esercizio dello scorso anno. È quanto si evince da un apposito comunicato stampa divulgato recentemente dal Comune di Latina, maggior azionista pubblico della società. Il suo Sindaco, Giovanni Di Giorgi, si era fatto carico della relativa proposta nell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2013 ottenendo, a quanto risulta, il consenso di tutti gli altri presenti. Peccato che si tratti di una “bufala”, l’ennesima, che dimostra il modo approssimativo con cui la politica nostrana fa finta di gestire queste delicate questioni. Infatti la società ha già messo le mani avanti dicendo che la cosa si può fare solo a determinate condizioni: le sue, s’intende. Ma in realtà l’agognata diminuzione delle bollette non ci sarà. Vediamo perché.
Intanto è stato sbagliato il luogo per tale proposta. Non spetta ai soci di Acqualatina, né a quelli pubblici né, tantomeno, a quelli privati prendere decisioni che riguardano le tariffe. Sarebbe un po’ come se gli azionisti dell’ENEL o di Sorgenia decidessero da sé, invece che su indicazioni dell’apposita Autorità, quanto farci pagare l’energia elettrica. Si tratta di un servizio pubblico, mica di frutta e verdura. La competenza sulle nostre tariffe idriche infatti spetta alla Conferenza dei Sindaci dell’ATO 4 (peraltro recentemente abolita, ma ancora in funzione), che a sua volta oggi è sotto il controllo dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e i Servizi Idrici (AEEGSI). Autorità che a quanto ci risulta, vista l’ispezione della Guardia di Finanza dei mesi scorsi, sta cercando di capire come è stata applicata la tariffa dalle nostre parti. In particolare rispetto a quanto incassato con le bollette in passato sia andata effettivamente agli investimenti. In secondo luogo bisogna vedere se ci sono ancora i numeri di una volta.
La competenza della Conferenza dei Sindaci è stata gestita finora a colpi di maggioranza dall’ex Presidente dalla Provincia di Latina Armando Cusani; anche se per legge doveva semplicemente coordinare la Conferenza stessa e non gestirla politicamente a suo piacimento. Costui però, così come altri del suo schieramento, è uscito con le “ossa rotte” dall’ultima tornata elettorale. Tra l’altro, oltre al fatto di non esser stato eletto al Parlamento Europeo, l’ex Presidente Cusani oggi ha ben altro a cui pensare; vedi il sequestro del suo hotel a Sperlonga (una vicenda che gli è già costata la Presidenza della Provincia). Nel frattempo la maggioranza granitica fatta di amministrazioni di centrodestra che ha garantito fin qui le scelte del socio privato di Acqualatina si è sfaldata. Oggi tutto dipende dalla posizioni di alcuni neo Sindaci, in particolare di quello di Cisterna Eleonora Della Penna (in passato molto critica verso la gestione Acqualatina), dove i cittadini sono di nuovo alle prese con il problema arsenico. Per il prossimo 23 giugno risultata già convocata una Conferenza dei Sindaci dove tra i punti all’ordine del giorno c’è l’ennesimo adeguamento tariffario; staremo a vedere come andrà a finire. In terzo luogo all’interno della Conferenza stessa continua a regnare sovrana una conflittualità di interessi politici che non si è mai vista da nessun’altra parte. In essa infatti hanno diritto di partecipare e di far pesare le loro decisioni due Comuni (Ponza e Ventotene) che non hanno mai passato i loro impianti ad Acqualatina pur essendone soci.
Questo perché fino ad oggi non sono ancora stati mantenuti gli impegni presi con il programma degli investimenti (nello specifico con la costruzione dei dissalatori). È logico aspettarsi dai rispettivi Sindaci che la priorità vada proprio agli investimenti, visto che della diminuzione della tariffa a loro poco importa in quanto non applicata sul loro territorio. Viceversa ci sono altri due Comuni, Pontinia e Bassiano, che invece non sono soci di Acqualatina, perché hanno contrastato fin dall’inizio (il Sindaco di Bassiano in particolare) l’intera operazione; dunque queste due amministrazioni hanno la possibilità di controllare la gestione del servizio nel loro territorio, se e quando gli viene consentito di farlo, solo indirettamente attraverso la Conferenza dei Sindaci. Conferenza dove partecipano peraltro anche Sabaudia e Sezze, che però hanno affidato solo in parte il servizio al gestore dell’ATO 4. In particolare quest’ultimo Comune si prepara ad affrontare un’altra estate al cardiopalma, anche a causa del caos scaturito dalla doppia gestione (Acqualatina che fornisce acqua all’ingrosso e la Dondi che gestisce i servizi di distribuzione, fognatura e depurazione). Infine, ma non da ultimo, ci sono gli impegni finanziari assunti nei confronti della Depfa Bank sia da Acqualatina che dalla Conferenza dei Sindaci. Quegli impegni obbligano tutti a mantenere determinati flussi di cassa per garantire la solidità del castello finanziario che è stato costruito sopra al debito di 114,5 milioni di euro. L’utile di esercizio serve a questo. Il resto, soprattutto certi annunci ad effetto, contano poco o nulla.