La particolare situazione economica, alla quale ha provato a «mettere fine cercando qualsiasi tipo di lavoro per vivere una vita dignitosa» lo ha costretto a chiedere aiuto nel marzo 2014 alle autorità competenti senza ricevere risposta. Dopo aver inviato una richiesta di aiuto al Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e a sua Santità Papa Francesco qualcosa si è mosso: ai Servizi Sociali è arrivata una lettera firmata dal Presidente della Repubblica con l’invito ad avviare diretti contatti con Ferdinando T. «per porre rimedio alla grave difficoltà che a causa della mancanza di un’occupazione sta attraversando». È stato spiegato al giovane che per avere un aiuto concreto si sarebbe prima dovuto presentare a diversi colloqui informativi con l’assistente sociale del Comune di Latina. Quello che ha portato Ferdinando T. a sporgere denuncia è stato il fatto che dopo due di questi nessuno gli ha comunicato alcunché.
«Ad oggi – spiega Ferdinando – non ho ricevuto alcun aiuto concreto e la mia situazione è sempre difficile, anche a livello di salute». Nella denuncia che ha presentato «nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili dei reati ravvisabili nei fatti rappresentati»
elenca gli articoli della Costituzione Italiana (2, 11, 14, 19 e 32) che sono stati violati nella sua drammatica storia familiare, ma uguale a migliaia di altre, e chiede che gli vengano finalmente riconosciuti i suoi diritti con l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.