“Dopo essere stati i primi, nell’ottobre scorso, a denunciare sui media locali l’ambiguità dei numerosi affidamenti diretti effettuati dal Comune in diversi settori, abbiamo deciso di presentare, nei prossimi giorni, un esposto alla Procura della Repubblica di Latina in cui chiederemo che venga fatta chiarezza sull’affidamento della gestione delle aree verdi a decine di piccole cooperative con una moltiplicazione esponenziale dei costi. Il cosiddetto spacchettamento di importi per lo stesso servizio, per fare in modo che le somme d’appalto si tengano al di sotto di quelle per le quali la legge prevede l’espletamento di una gara di valore europeo ”. A parlare è Cristina Rossi, coordinatrice dell’associazione Valore Comune.
Due i dubbi su cui l’associazione chiede di fare chiarezza: prima di tutto l’aggravio dei costi per l’amministrazione che influiranno sui servizi ai cittadini. “Vogliamo capire perché – si chiede Cristina Rossi – a fronte di un immutato numero di ettari di verde pubblico (da anni fermi a 117) il costo per la loro manutenzione sia passato da poco piщ di 375 mila euro spesi durante la giunta Zaccheo ai quasi 2 milioni di euro dell’era Di Giorgi –Cirilli”. Un aumento a cui non è certo corrisposto un miglioramento delle nostre aree verdi.
Una somma raggiunta, peraltro, attraverso un artifizio contabile: ufficialmente le somme destinate al verde pubblico sono infatti 1 milione e 400 mila euro (cifra comunque spropositata). A questi vanno però aggiunti 600 mila euro stornati dal capitolo di bilancio destinato ai lavori pubblici e specificatamente alla manutenzione dei plessi scolastici.
“In pratica- continua ancora Rossi – sono stati tolti 600 mila euro alla manutenzione dei plessi scolastici della nostra città, che come gli ultimi fatti di cronaca dimostrano cadono a pezzi, per pagare le numerose cooperative che fanno manutenzione nelle aree verdi della città. E’ di oggi, peraltro, la notizia che la nostra città è scivolata al 73 esimo posto, risultando ultima nel Lazio, della classifica sulla sicurezza degli istituti scolastici denominata “ecosistema scuola 2014” e stilata da Legambiente.
Un costo spropositato quello del servizio verde pubblico che se fosse rimasto ai circa 400 mila euro della giunta precedente, avrebbe garantito al governo Di Giorgi una somma importante, quasi un milione e 600 mila euro, da utilizzare per risolvere problemi annosi del nostro territorio, come quello dell’erosione delle coste sul lungomare. “Con la stessa somma- sottolinea Cristina Rossi- si sarebbe potuto accendere un mutuo per finanziare un’opera pubblica del valore di 35 milioni di euro, oppure finanziare le colonie per i bambini disabili che sono state bloccate o anche effettuare una straordinaria manutenzione delle nostre dissestate strade. Sarebbe stato inoltre possibile mettere in campo una strategia di programmazione e prevenzione che evitasse che la città finisse sott’acqua come accaduto alcuni giorni fa.”.
Il secondo dubbio da chiarire, per l’associazione, riguarda proprio le cooperative che “ci risulta siano state costituite ad hoc pochi giorni prima dell’affidamento dei lavori. Vorremmo capire a chi fanno capo queste cooperative, soprattutto pretendiamo di conoscere, a questo punto, i loro bilanci e negli stessi bilanci quali sono le somme impegnate per la formazione professionale degli operatori” sottolinea Rossi.
Perché non si è espedito, come la legge prevede, un bando di gara europeo per l’affidamento dei lavori di manutenzione del verde pubblico? L’ex assessore Cirilli ha giustificato questa scelta con la mancata approvazione del bilancio ma mente sapendo di mentire perché la legge permette l’esperimento di una gara europea, dando la possibilità alla stazione appaltante di pagare le somme in dodicesimi di bilancio”. Un’altra anomalia sul piano amministrativo e contabile è che le somme del ribasso d’asta siano state utilizzate dalla stazione appaltante per l’affidamento diretto alle cooperative che avevano fatto il ribasso d’asta.
Il tutto precisando che la legge impone che si realizzino delle condizioni stringenti perché alcuni servizi possano essere affidati direttamente, cosa che non pare sia avvenuta in questi casi”. L’erba cresce continuamente, giorno dopo giorno – ironizza Rossi – non crediamo sia possibile che l’assessore Cirilli non fosse a conoscenza di ciò e abbia dovuto agire con somma urgenza”
“E’ bene che qualcuno ci dia conto di quanto fatto –spiega Cristina Rossi – Non c’è traccia di trasparenza in tutto questo marchingegno le cui eventuali conseguenze dal punto di vista penale e contabile le valuteremo contestualmente alla denuncia che presenteremo a breve”.
“Il nostro non è un attacco al mondo delle cooperative – conclude Cristina Rossi – ma da cittadini non vorremmo che qualcuno avesse messo le mani in tasca ai latinensi per trarne vantaggi di carattere economico ed elettorale”.